Roma – A La Valletta per fare sul serio. Sull’immigrazione si vede qualche passo avanti e il vertice a quattro Italia-Francia-Germania-Malta, in agenda per lunedì sotto la supervisione della presidenza finlandese e della Commissione, potrebbe segnare una svolta nelle politiche europee. A spingere per una stretta finale, Emmanuel Macron che nella sua visita a Roma ha confermato la necessità di un meccanismo di redistribuzione automatica dei rifugiati, condividendo anche la proposta italiana di prevedere penalizzazioni finanziarie per i Paesi che rifiutano.
Anche la Germania ha preso consapevolezza che i Paesi di primo approdo come Italia e Malta, devono essere supportati da un’Europa che si prenda direttamente carico del fenomeno. Una posizione che è stata ribadita dal presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier ricevuto al Quirinale da Mattarella dodici ore dopo la visita del capo dell’Eliseo. “C’è bisogno di trovare soluzioni che consentano dei meccanismi automatici di ridistribuzione europea dei migranti e dei rimpatri a carico dell’Unione, che è in grado di farlo con maggiore efficacia dei singoli Paesi membri”, ha detto il presidente italiano dopo il colloquio con l’omologo tedesco.
Anche la Spagna sollecita l’UE per una gestione condivisa dei flussi e sempre nella giornata di giovedì il ministro dell’interno Fernando Grande-Marlaska Gómez, ha incontrato la nuova titolare del Viminale, Luciana Lamorgese. Pure su questo fronte è maturata la necessità di coinvolgere maggiormente l’Unione nel sostegno ai Paesi di frontiera. E a questo proposito il vertice di lunedì a Malta dovrà anche fare chiarezza sulla “missione Sophia”, finora rimasta congelata e senza l’operatività delle navi.
Le proposte saranno dunque sul tavolo il 23, quando si farà il punto anche sulla lista dei Paesi che si sono dichiarati disponibili ad accogliere i rifugiati salvati in mare, prevedendo delle quote di assegnazione ancora prima dello sbarco. Una condizione richiesta da Malta e Italia per mantenere la clausola del “porto sicuro più vicino” che finora ha scaricato il problema sulle loro coste. L’ipotesi dei rimpatri da affidare direttamente a Bruxelles, invece comporta tempi più lunghi perché necessita degli accordi con i Paesi d’origine, per la quale serve superare in parte, la competenza degli Stati nazionali sull’intera materia. Un ostacolo che finora ha messo il freno a ogni soluzione che non fosse condivisa unanimemente dai 27. Il superamento del regolamento di Dublino, nonostante le molte buone intenzioni resta anche per questo ancora lontano.
Lo sguardo delle istituzioni europee al mediterraneo, potrebbe essere aiutato da una timida ripresa del dossier libico, affrontato sia nell’incontro tra Conte e Macron, sia nella visita di Stato del presidente tedesco Steinmeier. Questi ha confermato al Quirinale la disponibilità di Berlino a ospitare la conferenza internazionale per la Libia, per giungere a un cessate il fuoco duraturo e trovare una stabilizzazione dell’area attraverso l’unica strada percorribile della diplomazia.