Bruxelles – Necessità di spesa e necessità di tenere i conti in ordine. Sulle finanze pubbliche è ancora una volta la storia del rigore contrapposto allo stimolo quali ricette diverse per la crescita sostenibile. Ancora una volta l’Italia è tornata a ribadire che quando si spende per opere e misure strutturali, quelle che danno miglioramenti di lungo periodo, non si dovrebbe considerarli come impattanti per deficit e debito pubblico. A ripetere il concetto la ministra per le Infrastrutture e i trasporti, Paola De Micheli, in occasione della sua prima riunione del consiglio Trasporti.
La presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha promesso un piano di investimenti per la crescita sostenibile, vale a dire a sostegno del contrasto ai cambiamenti climatici e alla tutela dell’ambiente. L’Italia non intende essere da meno. “Nel programma con cui ci siamo presentati alle Camere la questione ambientale è prioritaria”, e per questo il governo “intende adoperarsi perché siano incentivati quanto più possibile gli investimenti verdi”, spiega De Micheli. Però per poter investire bisogna spendere, e allora “andrà valutata l’ipotesi di escludere gli investimenti verdi dal calcolo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità e crescita”.
La ministra ritiene che tutto ciò che comporta la transizione del settore trasporti andrebbe tenuto fuori dal computo delle passività degli Stati membri. Pensa in particolare agli interventi nei settori ferroviario ed aeronautico, con particolare enfasi alla transizione verso carburanti ‘puliti’. “La presidenza finlandese e l’attuale commissario Violeta Bulc sono d’accordo che la transizione dei carburanti ha impatto positivo, e questo è un punto di partenza su cui ragionare”.
De Micheli tiene a sottolineare che quello di oggi non è segna alcun punto di svolta. L’obiettivo finale è quello “escludere dal patto di stabilità” le spese strutturali per l’ambiente. Con l’incontro di oggi sono stati portati a Bruxelles “ragionamenti” che a detta della titolare del dicastero ha visto “una convergenza dei Paesi Membri” dell’UE. Si è in una fase preliminare del discorso, e “non siamo entrati nel merito” della questione. Ma non ci sono chiusure, e per l’Italia è una buona notizia.