Bruxelles – Frutta e verdura ottenuti da processi di coltura convenzionali, come l’incrocio, non devono diventare brevettabili. Il Parlamento europeo ha invitato oggi la Commissione europea a fare tutto il possibile per convincere l’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) a non concedere licenze a prodotti ottenuti da processi essenzialmente biologici, sottolineando che nessuno dei 38 Stati firmatari della Convenzione sul brevetto europeo consente di brevettare i prodotti ottenuti con metodi tradizionali.
“E’ inaccettabile imporre brevetti su piante e semi ottenuti da secoli tramite processi essenzialmente biologici, come invece vorrebbe imporre l’Ufficio europeo dei brevetti nel caso di pomodori e broccoli. Per questo – ha affermato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell’Eurocamera – come Parlamento europeo abbiamo oggi respinto a grande maggioranza quella decisione”, in una risoluzione non legislativa.
L’eurodeputato Pd, intervenendo nel dibattito all’Assemblea plenaria, ha chiesto al commissario responsabile, Elzbieta Bienkowska, di “intervenire al più presto su una decisione contro cui il Parlamento europeo si batte dal 2015, ristabilendo la certezza giuridica necessaria affinché l’agricoltura diventi sempre più protagonista nella lotta al cambiamento climatico. Un’agricoltura – ha proseguito – in grado di rispondere in modo ambizioso, attraverso l’uso di nuove tecniche di miglioramento vegetale non-Ogm, alle esigenze di milioni di consumatori”.
Per De Castro, quindi, “l’Europa non può permettere che la disponibilità di materiale vegetale venga limitata, mettendo a rischio la capacità di operare dei nostri laboratori di ricerca, con pesanti ripercussioni sulla sostenibilità della nostra agricoltura e della salute dei cittadini europei. Senza contare – ha concluso De Castro – che l’unico modo per ridurre ancora di più l’impatto ambientale nel settore agricolo, è agire sull’innovazione e il miglioramento varietale non-Ogm”.
Inoltre, molti deputati hanno affermato che l’accesso alle risorse genetiche non deve essere limitato, poiché ciò potrebbe portare a una situazione in cui alcune multinazionali detengono il monopolio sul materiale di coltivazione delle piante, a scapito degli agricoltori e dei consumatori dell’Unione europea.