Di Alice Recine e Adriano Maggi
Durante la sessione del 10 settembre scorso, nell’aula del Parlamento Europeo, Ursula von der Leyen ha presentato la lista dei commissari che la affiancheranno nel suo incarico di nuovo presidente della Commissione Europea.
Dei commissari – in totale ventisei – otto compongono il gruppo dei Vicepresidenti e di questi i Vicepresidenti esecutivi saranno tre.
Il grado di esecutivo comporta l’onere di occuparsi di uno degli ambiti prioritari dell’agenda di lavoro; Frans Timmermans, del gruppo dei socialisti, sarà esecutivo incaricato del progetto del Green Deal europeo, con l’obiettivo di rendere l’Europa “il primo continente a impatto ecologico zero”, come dichiarato dalla stessa von der Leyen durante la conferenza stampa di presentazione della lista.
La liberale danese Margrethe Vestager, nominata vicepresidente esecutivo per il Digitale, gestirà al contempo il ruolo di commissario alla Concorrenza già ricoperto nel precedente esecutivo.
Per Valdis Dombrovskis, ex primo ministro lettone, si conferma il coordinamento delle questioni economiche che gestirà, peraltro, a stretto contatto con il neo-nominato commissario all’Economia Paolo Gentiloni.
Molte critiche sono arrivate all’indirizzo della leader von der Leyen per l’incarico di commissario attribuito al greco Margaritis Schinas, con un portafogli che riporta la dicitura “per la protezione dello stile di vita europeo”, oltre ad un’importante delega all’immigrazione. Nonostante l’ottima idea di affidare la gestione del tema migrazioni a un paese del Sud dell’Europa, i più colpiti dai flussi, risulta quantomeno equivoco il passaggio sulla sicurezza; “Collegare la migrazione alla protezione dello stile di vita europeo, nel portafoglio del commissario, rischia di inviare un messaggio preoccupante“, ha commentato la direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, Eve Geddie. “Le persone che hanno migrato, hanno contribuito allo stile di vita dell’Europa nel corso della sua storia. Confidiamo che il commissario designato s’impegnerà a fondo per un’Unione europea in cui percorsi sicuri e legali consentiranno ai migranti di continuare a contribuire al futuro dell’Europa”.
È chiaro il riferimento alla necessità di risolvere il nodo immigrazione attraverso una riforma del trattato di Dublino sul diritto d’asilo, ipotesi paventata nei giorni scorsi sia dal presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, sia dalla stessa leader della Commissione che a margine dell’incontro di Bruxelles con il premier Giuseppe Conte ha dichiarato: “Una riforma del regolamento di Dublino è fondamentale per la solidarietà tra gli Stati membri dell’UE, è uno dei punti fondamentali del nostro programma”.
Per quanto riguarda il ruolo del commissario Schinas, diverse richieste di chiarezza sono arrivate sia da alcuni membri dell’Europarlamento che da esponenti politici e non, di diversi paesi. Per chiudere il caso sarà tuttavia necessario attendere l’audizione del commissario agli inizi del mese di ottobre, davanti al parlamento europeo che confermerà (o meno) l’organico della nuova Commissione.