Bruxelles – Per i nostri figli. Per il pianeta. Per il futuro. E’ il mantra pronunciato da tutti i parlamentari intervenuti oggi a Strasburgo, in occasione della Plenaria dedicata a definire la posizione che l’Eurocamera assumerà al summit del 23 settembre, a New York sulla lotta al cambiamento climatico, la COP 25.
“Climate change is a global challenge” (“Il cambiamento climatico è una sfida globale”), ripetono testardamente i deputati di tutte le parti politiche ed è unanime l’intesa sugli obiettivi che la neonata Commissione von der Leyen dovrà portare avanti in questi anni. A cominciare dal superamento dei parametri fissati dall’Accordo di Parigi (2015). “Dobbiamo accrescere le nostre ambizioni”, gridano dalle file di “Renew Europe”, dei socialisti, dei Conservatori e riformisti e dei verdi. Come? Riducendo la soglia di 1,5° entro la quale contenere l’innalzamento della temperatura globale. Si può fare di più e lo si deve fare, perché “la scienza ci dice che abbiamo i mezzi per riuscirci”, afferma Michael Bloss dai verdi. Non distogliere lo sguardo dagli oceani e dal degrado delle nostre coste: anche questa è priorità cruciale per un’Europa ecologicamente sensibile, così come combattere la deforestazione inarrestabile in gran parte del pianeta. Il Green Deal, ripetono i verdi, deve tradursi in una battaglia concreta contro l’inquinamento, contro l’eccesso di emissioni globali e contro lo sfruttamento scellerato dell’ambiente. “La nostra agricoltura, la ricchezza della natura vanno salvaguardate a ogni costo”.
E quindi? Entro il 2050 l’Europa deve aver ridotto le proprie emissioni dell’80-95% in più rispetto al 1990. Limitando drasticamente il carbonio, l’economia riprenderà respiro, genererà occupazione e aumenterà la competitività europea nel mondo. “Negli ultimi due anni non è stato fatto niente per portare a termine gli obiettivi di Parigi 2015”, tuona Bas Eickhout, verde, capodelegazione del Parlamento alla COP 25: “La gente ci chiede di ridurre le emissioni già dall’anno prossimo e non possiamo permetterci di aspettare il 2050. Svegliamoci!”. Gli fa eco Eleonora Evi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle: “Dobbiamo andare a New York con proposte concrete, sapendo dove investire i soldi e cosa tassare per disincentivare l’inquinamento globale”.
Per essere credibili davanti agli altri Paesi, “dobbiamo anzitutto rafforzare la nostra leadership. Solo così saremo capaci di raggiungere certi traguardi”, dichiara Seb Dance del gruppo socialdemocratico. Un richiamo all’unione e alla ragionevolezza, da tradurre in cooperazione non solo tra nazioni, ma tra partiti. E’ l’invito, “sempre verde” di Jutta Paulus, cui seguono alcuni secondi di applausi.
Un pensiero a Greta Thunberg, giovane paladina della lotta per il cambiamento climatico. Pensando alle città intasate di manifestanti della sua età, arrabbiati con governi irresponsabili e incapaci di pianificare una vera rivoluzione, i parlamentari hanno ringraziato chi ha avuto il coraggio di protestare, più e meglio di loro. Ora è importante che l’esempio dei giovani ispiri la loro azione, perché, ricorda la scozzese Aileen McLeod (Verdi), “la natura può vivere senza l’uomo, ma l’uomo non può vivere senza la natura”.