Bruxelles – Christine Lagarde presidente della BCE, il Parlamento europeo dice ‘sì’ senza sorprese ma con qualche affanno. La francese chiamata a succedere a Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea ottiene dall’Aula 394 voti a favore. Quanto basta, ma con appena 18 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di Strasburgo. Un dato che ancora una volta dimostra le divisioni e le incertezze degli europarlamentari, e la fragilità della grande coalizione pro-europea.
Presi tutti insieme i deputati popolari (PPE, 182), socialdemocratici (S&D, 154) e liberali (RE, 108), contano 444 seggi. A Lagarde sono venuti a mancare dunque 50 voti da quello considerato come il suo bacino sicuro. Il nome della francese è stato oggetto di negoziati e accordi tra le varie forze politiche nel momento in cui i leader degli Stati membri sono stati chiamati a trovare un’intesa sul rinnovo delle alte cariche istituzionali europee. La maggioranza tiene, ma qualche malumore interno c’è. Poco male per Lagarde, la cui candidatura sarà ora iscritta all’ordine del giorno del Consiglio europeo di ottobre (16 e 17).
Il Movimento 5 Stelle ha deciso di non creare problemi ai partner di governo in Italia, astenendosi. Il pentastellato Piernicola Pedicini, che ha preso la parola in Aula a nome della delegazione, ha ammesso che “non c’è alcuna fede in Lagarde”, ma è stato evitata la bocciatura a 5 Stelle e lo strappo con il Partito Democratico.
Va poi notato che l’Aula concede maggiore credito a Lagarde che non a Ursula von der Leyen. Lo scorso luglio i deputati europei a sostenere la candidata alla guida della Commissione UE furono 383. Oggi a sostenere Lagarde sono stati in 394. Anche questo un messaggio politico su cui qualcuno sarà chiamato a ragionare.
Valdis Dombrovskis, commissario per l’Euro, è contento per l’esito del voto. “Lagarde ha tutte le credenziali per questo ruolo” di presidente dell’Eurotower. Ma ne approfitta per ricordare che “la politica monetaria da sola non basta, questa va accompagnata da riforme strutturali e politiche di bilancio” sostenibili.
Soddisfatto il capogruppo dei liberali (RE), Dacian Ciolos. “Lagarde ha davanti a sé la sfida di rendere la BCE unita e promuovere politiche coerenti in un contesto globale sempre più turbolenta, ma non ho dubbi che sia la persona giusta per questo lavoro”. Da lei si attende una rivoluzione comunicativa. “Aiutare le persone a capire perché le decisioni vengono prese è l’obiettivo finale e sono fiducioso che Lagarde lo garantirà”.
La capogruppo dei socialdemocratici, Iratxe García, Perez, riassume così il motivo del sostegno a Lagarde. “Si è impegnata a portare la BCE verso una giusta transizione, verso un modello sostenibile, e si è impegnata a continuare la politica di stimolo di Mario Draghi”.
Dai banchi del PPE il greco Georgios Kyrtsos invita la futura presidente a tendere una mano alla repubblica ellenica. “Sosteniamo Lagarde perché persona competente, e ci auguriamo che aiuti l’economia greca”.
E’ un altro greco, Dimitrios Papadimoulis, a lanciare dure critiche. E’ lui ad annunciare il voto contrario del gruppo della Sinistra radicale (GUE). Si contesta a Lagarde, in quanto capo del Fondo monetario internazionale, di aver fatto parte della Troika che ha imposto ad Atene aiuti ‘lacrime e sangue’.