Bruxelles – Stop ai sovranismi. Da ora in poi si guarda all’Europa unita: nelle battaglie ambientali e climatiche, per il lavoro, per il futuro. E’ il senso del messaggio che il neoeletto commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha trasmesso nell’intervista di oggi a Maurizio Molinari, direttore del quotidiano La Stampa.
Le sfide che la Commissione di Ursula von der Leyen si prepara ad affrontare sono tante e l’ex premier sa quanto il suo contributo sarà cruciale per la buona riuscita di ognuna. In un’Europa in cui sono sempre più marcate le differenze di welfare e di tenore economico tra i vari Paesi, bisogna imboccare “la via della crescita rendendola più sostenibile sul piano sociale e ambientale”, ha esordito il commissario in pectore.
Sul lavoro, il piano di von der Leyen per tutelare i cittadini europei dai rischi di crisi e instabilità dei mercati è chiaro: “definire un’assicurazione europea contro la disoccupazione”. Partita cruciale, cui daranno impulso altri due elementi: un’economia digitale sempre più competitiva e l’innovazione. “L’Europa non può essere una colonia di multinazionali di altre nazioni”, sostiene Gentiloni. “Servono grandi investimenti su educazione, formazione, ricerca di atenei d’eccellenza”.
Altro cardine dell’architettura politico-economica definita da von der Leyen, la difesa ambientale permea tutti gli sforzi cui si accinge la nuova Commissione. Primo passo in questo senso, “un piano d’investimenti per l’Europa sostenibile”, che incorpori al suo interno “gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. E’ una sfida difficile, ma deve essere un’ossessiva priorità”, ritiene Gentiloni.
C’è poi un’altra “ossessione” dei governi italiano ed europeo: il Patto di Stabilità e crescita. Sulle regole che lo definiscono, l’ex premier annuncia che “è in corso una revisione”. Cosa significa? Che “entro la fine dell’anno la Commissione aprirà una discussione” per capire, dialogando con il Parlamento, “verso quale direzione orientare tale revisione”. Gentiloni non esclude che potranno essere attuate “modifiche legislative” ed è certo che, in quell’occasione, “l’Italia farà sentire la voce autorevole del ministro Gualtieri”.
E se il mercato reale ha sempre più bisogno di impulsi, quello digitale va regolamentato. “Il mio primo compito sarà di verificare la possibilità di una Web tax in ambito Ocse/G20, ovvero globale, che sarebbe la soluzione più efficace”, afferma Gentiloni. La Commissione è al lavoro per raggiungere un’intesa entro il 2020. Se questa non dovesse riuscire, la proposta cadrà su “una Web tax europea”. “Non abbiamo preclusioni su una tassazione dei giganti del web a livello globale, ma non siamo disponibili, in sua assenza, a non decidere come Ue”, è la linea del commissario economico.
Sul fronte Eurozona e sulla sicurezza del continente, l’Italia deve poter “contribuire al suo equilibrio”, che non si basa – sostiene Gentiloni – su tre o quattro grandi Paesi. “Tanto la Francia che la Germania hanno da guadagnare da un rapporto con l’Italia” e la Commissione dovrà cerare “punti d’intesa tra Nord, Sud, Est e Ovest. Senza esclusioni”.