Bruxelles – “Se davvero il nuovo governo vuole essere quello del cambiamento, la svolta e il cambiamento si fanno insieme ai lavoratori e non contro di loro”. Si è rivolto così alla stampa il segretario generale delle CGIL, Maurizio Landini, arrivato oggi a Bruxelles per incontrare il Presidente del Parlamento, David Sassoli.
Il governo in Italia è cambiato, ma il programma che CGIL, CISL e UIL hanno riassunto nella Piattaforma comune, rimane quello di sempre”. Si parla di “un cambiamento vero”, che comprenda la questione del fisco, di un piano straordinario per gli investimenti, del sistema di rinnovo dei contratti e, infine, di una riforma delle funzioni. Per realizzare tutto questo – ha detto Landini – “vogliamo confrontarci col governo”, sperando che sappia “ricostruire un rapporto strutturale con le parti sociali, sindacali e non solo, e che prenda decisioni dopo aver parlato con loro”. Riferendosi al discorso programmatico di Giuseppe Conte ieri in Senato, ha aggiunto: “Abbiamo notato che nel suo programma ci sono molte cose importanti, ma che ne mancano altre, come le pensioni e il rinnovo dei contratti. Vogliamo dunque un confronto per il Paese, che ha bisogno di avere risposte ai suoi problemi”.
Apertura all’ascolto e alla collaborazione con il mondo dei lavoratori sono emerse dal discorso di Sassoli: “Le scelte che la politica deve fare devono avere un consenso e su economia, crescita e sostenibilità il punto di vista e gli interessi dei lavoratori devono essere ascoltati”. A poche ore dal suo colloquio con il premier Conte, il presidente del Parlamento ha accennato a “un ambizioso piano di investimenti e di riforme per il sud” che il governo appena costituito avrebbe in cantiere. Si è poi parlato d’immigrazione, di bilancio pluriennale dell’Unione europea e dei settori su cui investire: crescita, agricoltura, industria, sostenibilità e ambiente i temi centrali. “Sarà una partita decisiva per l’Italia – ha detto Sassoli – e questo governo è stato salutato con grande stima in Europa. L’Italia ha bisogno dell’Ue, ma anche l’Ue ha bisogno di un Paese come l’Italia per essere più forte”.