Roma – Scatta l’applauso nell’aula del Senato quando Gian Claudio Bressa del PD dà la notizia della nomina ufficiale di Paolo Gentiloni, nuovo Commissario europeo agli affari economici. Un applauso di parte, solo dalla nuova maggioranza e forse non poteva essere altrimenti nello stesso giorno in cui il governo Conte ottiene la seconda fiducia e prende il largo. E il premier appena si accende il microfono per la sua replica, ricorda con soddisfazione che la nuova presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen “riconosce all’Italia il portafoglio più importante che c’è”. Un Commissario che “vi invito a considerare che rappresenterà l’Italia intera e lo farà per i prossimi cinque anni, presidio che resterà anche per chi verrà dopo”.
Nel governo tra i primi a congratularsi è Roberto Gualtieri che da titolare dell’Economia sarà già dalle prossime settimane il primo riferimento per la trattativa sulla legge di bilancio. “E’ una bella notizia per l’Europa e per l’Italia. Paolo saprà rilanciare la sfida per un’Unione più forte e più giusta” dice il neo-ministro che avrà il compito di spuntare margini di flessibilità, ancora una volta in cambio di riforme, garantendo le regole della stabilità dei conti.
Nella pattuglia del Movimento 5 stelle si congratula per la nomina Sergio Battelli, presidente della Commissione affari europei della Camera: “Mai come in questo momento abbiamo bisogno del massimo sforzo e della massima unità d’intenti per rilanciare e proteggere il progetto europeo”. Per qualcuno del M5S il giudizio resta sospeso, una scelta più subìta che convinta, come nel caso di Nicola Morra che, pur considerando Gentiloni una figura di grande esperienza si chiede se “non c’era qualcosa di meglio”.
E’ invece sopratutto il PD a rispolverare l’orgoglio per l’ex presidente del partito scelto per il ‘team Ursula’. “Una delega importante per tutti, ora costruiamo una nuova Europa verde, giusta e vicina alla vita delle persone” scrive il segretario Zingaretti, seguito da tutto il gruppo dirigente del Nazareno che rivendica il merito di aver riportato il Paese sui binari europeisti.
Non senza sorprese il giudizio positivo di Forza Italia che considera “un grande successo per l’Italia il portafoglio degli affari economici “, scrive Francesco Giro. Anche Mara Carfagna insieme agli auguri al nuovo Commissario “auspica che sappia esercitare la nomina con equilibrio per favorire una flessibilità orientata alla crescita e alla coesione”.
Delusi e contrari a destra, non degnano di troppa importanza il portafoglio di primo piano assegnato per la prima volta all’Italia. Come Salvini che fino a poche settimane fa avrebbe potuto mandare a Bruxelles un suo uomo e dopo lo sgambetto al governo si ritrova fuori dai giochi. Gentiloni “figlio del tradimento” dice il capo della Lega, “non farà certamente l’interesse dell’Italia, vi hanno rifilato una sòla, aspettate a festeggiare perché è affiancato dal falco Dombrovskis”. Giorgia Meloni, “felice” solo per patriottismo ma poi boccia “l’uomo perfetto per non cambiare, difendere gli interessi della finanza speculativa e rafforzare l’egemonia franco-tedesca”.
In attesa del voto di fiducia passeggia nel salone Garibaldi di Palazzo Madama anche l’ex europarlamentare della Lega Mario Borghezio che mostra delusione per una nomina che “poteva essere affidata a un Commissario leghista, l’unico che avrebbe potuto portare un cambiamento nei rapporti tra Italia e UE” e invece con Gentiloni “sarà contento solo il Vaticano”. Un giudizio forse più sulla strategia di Salvini che sulla scelta del nuovo governo.