Roma – La nomina di Paolo Gentiloni per la Commissione europea era attesa già da ieri e ora verrà formalizzata con la lettera che il presidente del Consiglio invierà nel pomeriggio a Bruxelles. L’annuncio subito dopo il giuramento e il primo consiglio dei Ministri. Il passaggio era stato già anticipato ieri da Conte, che in una telefonata con Ursula von der Leyen aveva anticipato la scelta che nei giorni scorsi si era consolidata. Già domani il commissario incaricato vedrà a Bruxelles verso le dieci la presidente per l’intervista di rito con la quale la candidatura sarà accolta e confermata, come ci si attende.
Amo l’Italia e l’Europa e sono orgoglioso dell’incarico ricevuto. Ora al lavoro per una stagione migliore.
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) September 5, 2019
L’Italia gioca la carta di un ex premier, già ministro degli Esteri e con solide relazioni internazionali che nel nuovo ruolo avranno certamente un peso importante. Non per caso tra le prime congratulazioni si sono registrate quelle del presidente uscente Jean Claude Juncker la cui portavoce, Mina Andreeva, ha sottolineato che “il nuovo governo italiano ha uno spirito europeista”, la conferma delle aspettative che in UE coltivano dopo il cambio di passo del nuovo esecutivo.
https://twitter.com/JunckerEU/status/1169551552383717377
Che portafoglio andrà a Gentiloni è ancora molto incerto. Nelle settimane scorse Ursula von der Leyen ha composto gran parte della sua Commissione, facendo però sapere che l’assetto definitivo sarebbe arrivato solo dopo la nomina italiana. Ora il nome c’è, ed è anche di grande prestigio, essendo quello di un ex presidente del Consiglio molto stimato in ambito europeo. A Bruxelles si immagina che come rango probabilmente a Gentiloni sarà concesso quello di vice presidente (tra altri vice presidenti e non tra i primi due già designati, Frans Timmermans e Margrethe Vestager). Il portafoglio però è più difficile da immaginare. L’ampia esperienza personale dell’ex premier consente varie scelte ed anche la sua posizione avrà un peso notevole. Difficilmente potrà avere il portafoglio degli Affari economici però, a causa della situazione difficile dei conti italiani. Qualsiasi su atto che potrebbe essere interpretato come una “concessione” a Roma potrebbe portare a pesanti bufere tra i partner dell’Unione.
Ci sarà dunque da negoziare, considerando le richieste di Roma, degli altri governi e le scelte della presidente designata. D’altra parte il peso di un commissario non dipende solo dal portafoglio, ma dai contenuti che riesce a portare nel lavoro della Commissione europea, così come fu ad esempio con Emma Bonino che, partendo da deleghe sino ad allora considerate secondarie, divenne una dei protagonisti dell’esecutivo Santer.
L’attesa non sarà lunga, comunque. Von der Leyen ha fatto sapere che martedì prossimo presenterà la nuova Commissione, e dunque tutti i portafogli saranno noti.