Bruxelles – In poche settimane Boris Johnson ha portato un colpo decisivo all’opera di disfacimento del partito conservatore britannico già iniziata da David Cameron e perseguita con successo da Theresa May, che chiamò delle disastrose elezioni anticipate due anni fa. Ieri sera, al primo voto parlamentare, è stato sconfitto per 27 voti, mentre poco prima aveva già perso l’unico deputato che gli garantiva la maggioranza parlamentare.
Dopo la sconfitta sulla mozione per il rinvio della data della Brexit il premier ha poi deciso di espellere (tra mille polemiche e contestazioni) i 21 parlamentari che hanno votato con le opposizioni, e dunque ora il suo governo è ancora più debole.
Vista la situazione Johnson pensa di indire anche lui elezioni anticipate, il 15 ottobre, se la legge anti no deal sarà approvata oggi dalla Camera dei Comuni, ma per farlo ha bisogno della maggioranza di due terzi del parlamento, e dunque del voto dei laburisti, che si dicono disposti ad appoggiare la richiesta solo se avranno la garanzia che la data della Brexit fissata al 31 ottobre sarà rinviata, cosa che è nelle mani del governo, unico che può chiedere a Bruxelles un rinvio, che probabilmente, di fronte a elezioni anticipate da svolgersi ampiamente prima della fine di ottobre, sarebbe concesso.