Roma – Gli attivisti del Movimento 5 Stelle danno l’ultimo via libera al governo Conte. Il voto della piattaforma Rousseau gli ha assegnato quasi l’80 per cento dei sì (79,3) mentre i contrari sono stati il 20,7 per cento. Boom anche di votanti, il record per la piattaforma che ne ha registrati oltre 79 mila. Ora mancano le ultime limature alla lista dei ministri e presumibilmente domani il presidente incaricato scioglierà la riserva con il nuovo esecutivo.
“Orgoglioso di questo voto e del governo che verrà”, ha detto Luigi Di Maio nella conferenza stampa convocata per presentare i risultati della consultazione on line. “La legge di bilancio sarà la prima grande verifica di ciò che abbiamo messo nel programma” ha detto il capo politico del Movimento che non ha risparmiato stoccate alla Lega e Salvini “irresponsabili mentre noi garantiamo la stabilità del Paese”.
Dal PD nessun commento specifico sul voto, anche se l’attesa ai piani alti del Nazareno aveva alimentato qualche preoccupazione. Chiuso però il lavoro programma, il segretario Nicola Zingaretti ha spiegato che “si è fatto un altro passo avanti per un governo di svolta. Riduzione delle tasse sul lavoro, sviluppo economico, green economy, rilancio di scuola, università e ricerca, modifica radicale dei decreti sicurezza: ora andiamo a cambiare l’Italia” ha scritto il leader Dem.
A questo punto del percorso le prossime ore saranno tutte dedicate alla squadra dei futuri ministri che saranno proposti al capo dello Stato. Di Maio chiede il rispetto dei ruoli per il “garante” Giuseppe Conte e soprattutto del presidente Sergio Mattarella. Tuttavia, nella trattativa con il Partito democratico il nodo continua a essere “il secondo” che resterà a Palazzo Chigi che, azzerata l’idea dei vicepremier, avrà il ruolo di sottosegretario alla presidenza. Un presidio che difficilmente il PD lascerà scoperto, se non altro per ragioni mediatiche. Come succede sempre nelle ore precedenti alla consegna della lista del nuovo governo, imperversano le previsioni, caselle e nomi che in questi giorni sono circolati, spesso senza conferme.
L’interesse di Bruxelles è rivolto con particolare apprensione per la nomina del Commissario italiano, un ritardo che ha costretto la presidente, Ursula von der Leyen a tenere aperte le deleghe della futura squadra. Il nome più accreditato sembra essere quello dell’ex premier Paolo Gentiloni, sempre che non venga proposto per il ministero degli Esteri. Attenzione in UE anche per i futuri ministri dell’Economia e degli Affari europei, cariche (specialmente la prima) sulle quali più di altre, Sergio Mattarella vorrà mettere il sigillo presidenziale.