Bruxelles – Cosa hai proposto all’Unione europea per modificare l’accordo sulla Brexit? Hai mandato le tue idee a Bruxelles? Ti hanno risposto? Cosa hanno detto? Per favore, facci sapere entro domani, prima della riunione del Parlamento. Così Philip Hammond, leader di un gruppo di parlamentari tory contrari alla Brexit, si è rivolto al premier britannico Boris Johnson in una lettera, nella quale chiede di capire quali siano i fatti e le strategie messe in campo dall’uomo che si dice pronto ad una separazione senza accordo.
Intanto a Londra, in vista della striminzita settimana parlamentare che si apre domani prima della chiusura del Parlamento imposta dal premier fino al 14 ottobre, le ipotesi su cosa possa succedere si accavallano, nascono e muoiono, la confusione e l’incertezza regnano. A tutto beneficio del progetto di Johnson di portare il Paese ad una Brexit senza accordo. E intanto la sterlina crolla sui mercati internazionali ai minimi storici.
La maggioranza al governo è tale per un solo voto, dunque i margini del premier per bloccare eventuali manovre delle opposizioni sono pochi, considerando che tra i “suoi” ci sono non pochi remainers e tanti contrari a un’uscita senza accordo. Per impedire al parlamento qualsiasi mossa, dopo averlo chiuso per oltre quattro settimane i premier sta pensando di indire elezioni anticipate, che il Labour accetterebbe se fossero fissate prima della data di separazione, il 31 ottobre, perché pensa di vincere (o lo spera) e dunque di chiedere immediatamente dopo una proroga della data di separazione. Dalle ultime analisi che circolano a Londra però sembra che non possano esserci garanzie su questo: per i complicati sistemi parlamentari britannici per sciogliere il Parlamento ora il premier ha bisogno del voto dei laburisti, ma, una volta deciso di andare al voto prima del 31 ottobre, Johnson ha i poteri per posporre la data a dopo, dunque a separazione avvenuta. E con uno che chiude i Comuni a suo piacere non c’è molto da fidarsi.