Bruxelles – Il primo ministro britannico Boris Johnson ha deciso di chiudere il Parlamento per 23 giorni lavorativi, a partire dal 10 settembre fino al 14 ottobre, per impedire che le opposizioni possano adottare una legislazione che blocchi un’uscita dall’Unione europea senza accordo.
Formalmente il premier ha “chiesto” alla regina Elisabetta II di adottare questa decisione, ma di fatto il provvedimento è esecutivo, dato che la capa dello Stato non ha il potere di opporsi ad una richiesta del governo.
Un precedente di questo tipo c’è, a parte due altre chiusure, di pochi giorni e senza grandi polemiche, nella storia britannica: quando nel 1642 il re Carlo I Stuart decise di bloccare il lavoro del parlamentari sciogliendo l’assemblea. Finì come si sa, in una guerra civile, e nel 1649 il re fu decapitato.
Le opposizioni sono insorte, ma c’è ben poco che possano fare. I migliori giuristi stanno valutando la possibilità di rivolgersi alla magistratura, ma il tema è complesso ed il tempo è poco.
Dunque il discorso della regina, dopo questa “prorogation” sarà il 14 ottobre, appena prima del Consiglio europeo che dovrà sancire eventuali, improbabili, novità sul processo Brexit e un paio di settimane prima del 31 ottobre, data fissata per la Brexit, che Johnson vuole ad ogni costo, anche senza un accordo con Bruxelles.
Le possibilità di evitare questa eventualità si riducono al lumicino, visto che di fatto prima del 14 ottobre il Parlamento ha solo una settimana di lavoro (dal 3 al 10 settembre). Una via di uscita alla quale si starebbe lavorando è quella di una mozione di sfiducia al premier (che ha una traballante maggioranza di un solo voto), che imporrebbe uno scioglimento del Parlamento e dunque porterebbe con se la possibilità di un rinvio della Brexit concessa dall’Unione europea di fronte ad un evento importante che giustificherebbe una proroga, sempre che il governo britannico la richieda.
Lo speaker della Camera dei Comuni John Bercow, che di solito non commenta le scelte politiche del governo, questa volta non ha taciuto, ed ha parlato di “oltraggio costituzionale”. “Comunque la si giustifichi, è del tutto evidente che la proposta bloccherebbe il dibattito parlamentare sulla Brexit, e impedirebbe ai parlamentari di fare il loro dovere nel definire il futuro del Paese”, ha aggiunto Bercow secondo il quale questa chiusura sarebbe “un’offesa al processo democratico e i diritti dei parlamentari in quanto rappresentanti del popolo eletti”.
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli critica anche lui la scelta di Johnson: “Ascoltare i parlamenti fa sempre bene alla democrazia – scrive in un tweet -. Per questo è meglio tenerli aperti”.
Ascoltare i Parlamenti fa sempre bene alla democrazia. Per questo è meglio tenerli aperti. #Prorogation
— David Sassoli (@DavidSassoli) August 28, 2019