Roma – Un’altra giornata di stop and go per la crisi di governo con la difficile trattativa tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico che, a 24 ore dalla salita al Quirinale, tengono ancora sul filo l’accordo. Caduta la pregiudiziale su Giuseppe Conte da parte dello stato maggiore Dem, il nuovo ostacolo della giornata è stato il ruolo di Luigi Di Maio che avrebbe avanzato la richiesta di restare vicepremier, rivendicando anche il ministero dell’Interno, condizione respinta dal PD e che ha fatto saltare nella mattinata il nuovo incontro previsto tra i due leader. Poi la trattativa si è nuovamente sbloccata, e nel pomeriggio le delegazioni parlamentari dei due partiti si sono ritrovate a Montecitorio davanti a un tavolo per parlare anche di programmi e non solo di nomi e poltrone.
Nelle stesse ore sono cominciate le consultazioni al Quirinale con i due presidenti delle Camere, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, seguiti dalle delegazioni del gruppo misto. Nella giornata di mercoledì il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vedrà le forze politiche più rappresentative numericamente, con il clou che nel pomeriggio: PD, Lega e M5S. Appuntamento in cui i due partiti che stanno trattando per dare vita alla nuova maggioranza, dovranno indicare il nome del presidente a cui verrà affidata la formazione dell’esecutivo. Se il Capo dello Stato sentirà da Zingaretti e Di Maio una voce unica su Giuseppe Conte, allora la strada sarà decisamente in discesa anche se per la trattativa per la squadra di Palazzo Chigi non sarà una passeggiata.
Nella giornata di oggi il premier dimissionario e destinato a una possibile riconferma, ha incassato anche un pesantissimo endorsement da parte del presidente Usa Donald J Trump che ha pronunciato nei suoi confronti parole di apprezzamento: “un uomo di talento, spero rimanga primo ministro”.
Si vedrà oggi, se non ci saranno altri irrigidimenti ai quali questa crisi agostana ha abituato, se prenderà forma anche l’esecutivo in cui dovrebbero entrare anche esponenti della sinistra come Liberi e Uguali, mentre la formazione di Più Europa e i radicali sembrano intenzionati a restare fuori dalla maggioranza.
Nella giornata di mercoledì, dell’ultimo giro di consultazioni, ci sarà un nuovo incontro tra le delegazioni del Pd e del M5S per andare ancor più sui dettagli. Sui due fronti interni c’è attesa per il voto sulla piattaforma Rousseau e la direzione Dem a cui saranno sottoposte le decisioni dei gruppi dirigenti. Poi la valutazione spetterà al presidente della Repubblica, che in base allo stato di avanzamento della trattativa deciderà se affidare subito l’incarico a fine giornata al termine delle consultazioni.