Bruxelles – Il mercato del lavoro europeo continua ad essere in sofferenza, e gli ultimi dati Eurostat sui flussi certificano lo stato di salute ancora cagionevole dell’Unione europea. Tra l’ultimo trimestre del 2018 e il primo trimestre del 2019 il numero di occupati è complessivamente diminuito, perdendo un milione di persone, mentre è aumentato il bacino dei disoccupati di 300mila unità.
La transizione disoccupazione-occupazione ha visto lo stesso numero di persone in entrata e in uscita: 2,6 milioni di persone hanno perso lavoro, altrettante lo hanno trovato nello stesso periodo, lasciando praticamente invariato a 182,1 milioni il numero di persone con un impiego. Però, guardando alla transizione lavoro-inattività, si registra un saldo negativo. Tra ottobre-dicembre 2018 e gennaio-marzo 2019 tre milioni di europei hanno trovato un impiego, uscendo dalla fase di inattività (chi non ha lavoro, non fa tirocini, e non cerca), a fronte di quattro milioni di persone che da una situazione lavorativa sono finiti in una fase inattiva.
Un dato che si può spiegare con lavoratori che hanno raggiunto l’età e i requisiti per la pensione, uscendo così per sempre dal mercato del lavoro. Ma certo è che complessivamente, questo numero di uscite non è stato rimpiazzato e il risultato è un milione di posti di lavoro in meno in tutta Europa.
Aumenta invece la disoccupazione, a causa di un aumento di quanti da inattivi si sono messi alla ricerca di un impiego. I flussi da disoccupati a inattivi e viceversa registrano rispettivamente 3,3 milioni e 3,6 milioni. Significa che il bacino di quanti cercano è aumentato. Alla fine di marzo 2019 si contavano di 108,4 milioni di europei che fanno poco o nulla per ottenere un impiego.