Bruxelles – Non solo l’Europa. Prima ancora dell’Unione europea a esprimere “preoccupazioni” per l’approvazione del decreto sicurezza bis e le sue misure è stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite, per mano dell’Agenzia per i rifugiati dell’ONU (UNHCR). La linea scelta dall’Italia reprime l’umanità, l’accusa rivolta agli artefici del provvedimento di governo e loro sostenitori in Parlamento.
La stretta sulle Organizzazioni non governative, denuncia l’agenzia dell’ONU, “potrebbe dissuadere o impedire le attività di salvataggio in mare da parte di navi private in un momento in cui gli Stati europei si sono in gran parte disimpegnati in attività di salvataggio nel Mediterraneo centrale”. Questo implica il serio rischio di un aumento delle vittime in mare. Poi l’affondo contro il governo Conte. “Le ONG svolgono un ruolo inestimabile nel salvare la vita di rifugiati e migranti che tentano la pericolosa traversata marittima verso l’Europa. L’impegno e l’umanità che motivano le loro attività non devono essere criminalizzati o stigmatizzati”.
L’Agenzia per i rifugiati dell’ONU ricorda quindi al governo “la situazione estremamente instabile” della Libia, Paese che “non è un luogo sicuro”. Da qui la richiesta di “non invitare a trasferire le persone salvate alla Guardia costiera libica né sbarcarle in Libia”.
Cerca di essere più diplomatica la Commissione europea, che non per il momento non si dice preoccupata, senza nascondere però preoccupazioni. “La Commissione analizzerà il decreto per verificarne le compatibilità con la legislazione comunitaria”, si limita a commentare Carlos Martin Ruiz De Gordejuela, portavoce per gli aiuti umanitari. C’è dunque il dubbio a Bruxelles che l’Italia possa aver varato qualcosa che vada al di là del consentito.