Bruxelles – La birra perde clienti. Agli europei non sembra piacere più come prima, e la produzione minore sembra rispondere ad un calo delle richieste. Nel 2018 sono stati prodotti oltre 39 miliardi di litri di bionde, scure, ambrate e ogni altra tipologia di birra, per l’equivalente di 76 litri per cittadino europeo. Un dato a cui si aggiunge poi le bottiglie contenenti oltre un miliardo di litri di bevanda con meno dello 0,5% di alcol o di birra analcolica, a riprova della domanda e della popolarità del prodotto tra gli europei.
Ciò nonostante nel 2018 sono stati prodotti 733.185.654 di litri di birra in meno rispetto all’anno precedente, stando ai dati Eurostat diffusi oggi. La Germania si conferma primo produttore europeo con 8,3 milioni di litri. Da sola la birra tedesca rappresenta un quinto del mercato a dodici stelle (21%), oltretutto in espansione (+145.225.900 litri in un anno). Quello britannico è il secondo polo produttivo, ma in crisi: lo scorso anno sono state prodotti 4,5 milioni di litri, 1,1 milioni rispetto a quello precedente. Al terzo posto la Polonia (4 milioni di litri).
Aumenta la produzione italiana, nonostante la vendita di marchi storici nel corso degli anni (Moretti e Ichnusa sono ormai di proprietà dell’olandese Heineken, Peroni è di proprietà dei giapponesi di Asahi, Birra del Borgo è stata acquistata dai belgi di InBev). Nel bel Paese sono stati prodotti 1,6 milioni di litri, 275.051.782 in più su scala annuale. Un aumento che consolida la settima posizione dell’Italia nella classifica produttiva d’Europa, e che segna un’inversione di tendenza rispetto all’andamento generale.
Paesi Bassi (1,9 milioni di litri), Belgio (1,58 milioni) e Germania (1,57 milioni di litri) gli Stati membri dell’UE che più di chiunque altro esportano all’interno e all’esterno dell’UE. Aumentano le vendite della birra ‘made in Italy’, passate dai 285.563.510 litri del 2017 ai 304.467.178 litri del 2018. Un surplus che vale 20 milioni di euro in più per il commercio tricolore, salito a 194,7 milioni di euro.