Bruxelles – Per molti estate è sinonimo di vacanze, ma per una buona parte di europei è invece sinonimo di ristrettezze economiche, specie per gli italiani. In tutto il territorio dell’UE sono quasi tre persone su dieci (28,3%) a non potersi permettere una settimana fuori di casa. La fotografia scattata da Eurostat mostra dunque un’Unione europea ancora alle prese con le difficoltà economiche. Retaggi della crisi esplosa nel 2008 probabilmente, visto che comunque la quota di persone incapaci di pagarsi una settimana di vacanze è diminuita costantemente negli ultimi anni, passando dal 39,4% del 2012 al 28,3% del 2018 (una riduzione di oltre 10 punti percentuali).
Italiani, che fatica
Tra i vacanzieri costretti a casa o a escursioni di pochi giorni, anche gli italiani. Sono loro a fare più fatica. Il 43,7% di tutti i cittadini dai 16 anni in su nel 2018 non ha potuto pagarsi una settimana all’estero o in un’altra località del Paese. Un dato che fa dell’Italia il quinto Stato membro dell’UE per ristrettezze economiche delle famiglie. Però, attenzione: mentre in tutta Europa la tendenza è quella di un continuo aumento nelle prenotazioni e nelle spese per una settimana, in Italia questa tendenza si è invertita. Nel 2017 fu il 43% degli intervistati a dire di non potersi permettere una vacanza così lunga, nel 2018 il dato è aumentato (+0,7%).
In base ai dati dell’istituto di statitistica europeo, solo altri due Paesi hanno conosciuto un aumento delle ferie brevi: Grecia (+0,1%) e Svezia (+0,9%). La situazione però è completamente diversa.
Intanto solo la Grecia (51%) è messa peggio dell’Italia tra i Paesi dell’area euro. Se in Italia il problema del pagamento di vacanze per una settimana riguarda quasi tre quinti della popolazione, in Francia invece solo un quinto (22,8%), in Germania anche meno (14,5%). Il problema è invece limitato ad una persona su dieci in Svezia (9,7%) e Lussemburgo (10,9%).