Roma – Cinque paesi dell’UE e alcune strutture indicate dalla Conferenza episcopale italiana si divideranno i 114 migranti della nave Gregoretti, di cui è terminato lo sbarco nel pomeriggio di mercoledì.
Dopo che nella mattinata la visita a bordo di una squadra di infettivologi aveva segnalato grossi problemi sanitari, è arrivata la disponibilità all’accoglienza ed era stato autorizzato lo sbarco. Sulla nave della Guardia costiera, attraccata alla banchina Nato di Augusta, “c’erano 29 malati tra cui 25 affetti da scabbia e uno da tubercolosi” ha spiegato il procuratore di Siracusa Fabio Scavone che coordina l’inchiesta aperta dopo che il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva negato un porto italiano.
Germania, Portogallo, Francia, Lussemburgo e Irlanda gli Stati membri dell’UE che hanno dato disponibilità all’accoglienza dopo la richiesta di ricollocazione fatta dal governo Conte a Bruxelles.
“È stata trovata una soluzione europea per le donne e gli uomini bloccati sulla nave Gregoretti. Vengono sbarcati in Italia, poi saranno accolti in altri Paesi tra cui la Francia”, ha scritto il presidente francese Emmanuel Macron, rivendicando che il suo Paese “è fedele ai principi di responsabilità, solidarietà e cooperazione europea”.
Dopo quest’ultimo caso, già un’altra nave di una ONG tedesca con 40 migranti a bordo, si trova al largo delle coste libiche. Secondo un portavoce della Commissione europea questi episodi “dimostrano chiaramente ancora una volta che un meccanismo temporaneo è urgentemente necessario per assicurare che lo sbarco delle persone salvate possa essere prevedibile e sostenibile”.