Roma – “Sono un uomo di confine”. Il neo responsabile per gli Affari europei nel gabinetto del primo ministro francese Sandro Gozi si definisce così, all’indomani della nomina come braccio destro per l’UE di Édouard Philippe. Per l’ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni, la Francia è molto più che vicina di casa, e già dallo scorso anno aveva superato il confine entrando nelle file del partito ‘En marche’ del presidente Macron e poi candidandosi (ma non eletto immediatamente) alle europee dello scorso maggio.
Con l’uscita della Gran Bretagna verrebbe ripescato a Strasburgo ma nell’attesa è arrivata questa nomina che ha subito fatto scattare le polemiche in Italia, con le accuse di “tradimento”. Arrivano dal centrodestra ma anche dal Movimento 5 Stelle con il sottosegretario Buffagni che lo ha attaccato duramente. “Ha detto che è vomitevole che lavori per Macron – racconta Gozi intervistato dal quotidiano La Stampa – spero allora che i suoi colleghi a Bruxelles non vogliano avere a che fare con il nostro gruppo mentre stanno ancora cercando apparentamenti. Questi attacchi nazionalisti sono agli antipodi con i nostri valori”.
Alle accuse di tradimento degli interessi dell’Italia da parte della Lega e di Fratelli d’Italia (che ha depositato un’interrogazione parlamentare), Gozi si dice pronto al confronto per “dimostrare chi ha fatto di più”, a cominciare dalle procedure d’infrazione aperte dalla Commissione. “Io le ho ridotte da 121 a 59, loro sono già a 79, oppure sul tema dell’immigrazione dove Salvini scappa, invece di andare ai tavoli europei e risolvere i problemi”.
“L’uomo di confine” si definisce anche “sovranista d’Europa”, l’unica formula che consentirebbe di “vincere certe sfide e tutelare i nostri interessi e contrastare gli Stati imperi continentali come Cina, Russia, India e USA”. Tutt’altra linea con le ricette nazionaliste di chiusura che “sono solo autodistruttive e significano la fine della civiltà europea”.