Bruxelles – Boris Johnson cerca di fare paure all’UE, Michel Barnier chiama a raccolta gli Stati membri. Prime schermaglie tra Londra e Bruxelles, al secondo giorno di vita del governo Johnson. Uscite pubbliche del premier britannico che costringono il negoziatore capo dell’UE per la Brexit per rispondere colpo su colpo all’ex corrispondente britannico del the Spectator ora alla guida dell’esecutivo di Sua Maestà.
Johnson ha parlato alla Camera dei Comuni nella sua nuova veste di premier. Aveva tenuto un breve discorso ieri, davanti all’ingresso della residenza del primo ministro, ora la sua nuova dimora. Oggi però si è presentato a Westminest. Ha presentato il suo ‘libro dei sogni’, promettendo mare e monti, un Paese unito, eco-sostenibile, a zero emissioni, forte politicamente e in ambito commerciale.
Poi ha parlato di Brexit, e ha ribadito la volontà di andare fino in fondo, costi quel che costi. “Mi auguro che l’Unione europea ripensi al suo rifiuto di apportare modifiche all’accordo di recesso. In caso contrario, dovremo ovviamente lasciare l’UE senza un accordo ai sensi dell’articolo 50” del trattato sul funzionamento dell’UE. Vuol dire abbandonare senza alcun tipo di intesa, vuol dire hard Brexit.
Michel Barnier ha inviato ai rappresentanti dei Ventisette una lettera per chiedere unità e fermezza. Ribadisce agli Stati membri dell’UE che ogni richiesta di eliminazione delle condizioni per la frontiera irlandese “è inaccettabile”, perché contraria al mandato del Consiglio europeo. Barnier invita sempre i 27 a prepararsi allo scontro frotnale, all’eventualità che Johnson voglia giocare davvero la carta del mancato accordo, una carta che a detta di Barnier è lì “in parte per aumentare la pressione sull’unità dell’UE a 27”.
Barnier chiede dunque all’UE di serrare i ranghi e non cedere alle pressioni di Johnson. La Commissione europea, intanto, fa quadrato attorno a Barnier. “La posizione dell’UE non è cambiata”, spiega la capo servizio dei portavoce dell’esecutivo comunitario, Mina Andreeva. “Riteniamo che l’accordo raggiunto sia il miglior accordo possibile e non abbiamo intenzione di rinegoziarlo”.
🇪🇺🇬🇧 READOUT @JunckerEU @BorisJohnson phone call
— Mina Andreeva (@Mina_Andreeva) July 25, 2019
Un concetto ribadito in serata dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel corso delle telefonata avuta con Johnson in persona. Juncker ha ribadito che si può cambiare la dichiarazione politica allegata al testo, e di essere pronto ad “analizzare ogni idea avanzata dal Regno Unito”. Le uniche modifiche possibili sono in meglio, sembra essere il messaggio del capo dell’esecutivo comunitario. Sempre che il nuovo premier britannico saprà rivelarsi capace di mettere sul piatto soluzioni migliori di quelle sostenute dall’UE.