Nella profonda diversità degli stili e della carriera politica, una cosa hanno in comune la nuova presidente della Commissione e il nuovo Primo ministro britannico: sono entrambi cresciuti a Bruxelles e hanno studiato alla Scuola europea.
L’istituto internazionale creato per i figli dei funzionari UE impartisce un insegnamento bilingue e segue un curriculum di studi particolare, dove ad esempio la storia non viene studiata da un punto di vista nazionale e la prospettiva europea è la chiave di volta di tutto l’apparato didattico. Nelle aule della Scuola europea si ritrovano a studiare insieme bambini e ragazzi dei 28 Stati membri, in un ambiente internazionale Anche se circoscritto al mondo delle istituzioni europee.
Boris Johnson e Ursula von der Leyen hanno studiato su quei banchi e conoscono quindi bene Bruxelles, le istituzioni europee, l’ambiente cosmopolita che alimenta la costruzione europea. Sono in un certo qual modo entrambi il prodotto di questo mondo culturale.
Mentre Ursula von der Leyen è chiamata ora a guidare l’UE fuori dalla crisi e verso un nuovo progetto che rilanci l’idea europea, Boris Johnson avrà il compito di concludere la tanto agognata Brexit, anche senza accordo, e di avviare il suo paese verso un nuovo ruolo nel mondo.
Può sorprendere che lo stesso ambiente abbia prodotto persone così diverse, da un lato un’europeista convinta e dall’altro un nemico giurato dell’Europa unita. Ma la cosa più sorprendente è vedere quanto Bruxelles sia diventata centrale nella politica europea, quanto essa sia forse il primo territorio di una futura Europa unita. La capitale belga è sempre più capitale europea a pieno titolo, un laboratorio, un vivaio di menti che produce non solo i “commis d’état” delle istituzioni UE ma anche la nuova classe dirigente dell’Europa che conta e che si diffonde negli Stati membri.
Il belga Charles Michel ne è un altro esempio. Il nuovo Presidente del Consiglio europeo, figlio dell’ex Commissario europeo e ex deputato del Parlamento europeo Louis Michel, fa parte di una dinastia politica che è cresciuta all’ombra del Berlaymont. Come gli studenti Erasmus, gli studenti della Scuola europea arrivano oggi ai posti di comando in tutta Europa e la loro esperienza brussellese li identifica.
Scuola di élite, chiusa ai comuni cittadini, con il suo modello di insegnamento plurilingue e il suo originale curriculum, la Scuola europea dovrebbe invece essere aperta a tutti e diffondersi in tutti gli Stati membri. Solo così potrà nascere un’autentica classe dirigente europea, permeata dagli ideali dell’Unione, cosmopolita e poliglotta, conoscitrice delle diverse mentalità dei nostri paesi e capace di individuare una volontà comune, un disegno politico forte e visionario, quello che deve avere una superpotenza come l’Europa unita.