Parigi – L’Italia resta isolata mentre in Europa l’agenda per la gestione degli sbarchi e redistribuzione dei migranti procede con chi ci sta. Il passo in avanti del vertice di Parigi, ieri ha messo le basi per una soluzione da scrivere nero su bianco al prossimo incontro promosso dal premier maltese Joseph Muscat a settembre. Le linee guida sono state illustrate dal presidente francese Emmanuel Macron, al termine di una riunione informale tra i ministri dell’Interno e degli Esteri di 15 Paesi tra i quali però non c’era l’Italia che ha inviato una delegazione tecnica.
Una scelta precisa di Matteo Salvini che si oppone alla dicitura per gli sbarchi nel “porto vicino più sicuro” anche se è prevista una redistribuzione dei migranti i tutti i Paesi che aderiscono all’intesa, soluzione a lungo chiesta dall’Italia. Sono otto quelli direttamente attivi nel progetto, Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia, Lituania, Croazia e Irlanda ma all’Eliseo manifestano ottimismo. Il presidente francese ha detto di voler coinvolgere tutti i paesi europei nel programma che potrebbe essere finanziato con i fondi dell’Unione. L’obiettivo è quello di evitare che si apra un negoziato su ogni nave che soccorre migranti al largo della Libia, un meccanismo per ricollocare i richiedenti asilo “nella maniera più rapida possibile”, ha detto Macron, chiedendo in cambio a Italia e Malta di aprire i porti alle navi umanitarie.”
La scelta del governo italiano di disertare polemicamente l’incontro è stata rivendicata da Salvini, irritato per l’iniziativa della Francia: “L’Italia non prende ordini e non fa la dama di compagnia, se Macron vuole discutere di immigrati venga pure a Roma”. La presenza a Parigi del Commissario Dimitris Avramopoulos, assegna però all’iniziativa francese un’indicazione positiva e stamani la portavoce Natasha Bartaud ha confermato “l’importanza del passo in avanti” compiuto in vista del vertice di Malta (dove oggi, va notato, per una visita programmata da tempo c’è il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker). “Noi continuiamo il nostro lavoro di coordinamento, non sappiamo quanti Stati aderiscono al progetto, ma sosteniamo le adesioni e siamo pronti a sostenere questi sforzi sia economicamente sia sul terreno”, spiegano a Bruxelles.
Una linea in sintonia con le prime indicazioni della neo presidente Ursula von der Leyen, nel favorire la ricerca di tavoli multilaterali per un approccio più concreto e pragmatico della questione dell’immigrazione. Anche per questo l’Italia appare sempre più isolata con il ministro italiano che si fa scudo dell’asse con Malta per una rotazione dei porti e difendendo la scelta di chiudere quelli italiani agli sbarchi. Posizione dalla quale, secondo l’Eliseo, Malta potrebbe sganciarsi lasciando l’Italia in solitudine o in compagnia dei Paesi più ostili all’accoglienza come il gruppo di Visegrad.
In uno scontro continuo dentro la maggioranza sui principali temi di governo, il rifiuto di Salvini, è stato criticato anche dagli alleati del Movimento 5 Stelle. “Un ministro che non va ai Consigli europei specifici della sua materia, non fa gli interessi del Paese – ha detto il sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano – quando si dice di battere i pugni sul tavolo in Europa, è lì il tavolo e non a Roma. Sta facendo cose buone ma credo che un ministro dell’Interno debba parlare molto meno e lavorare molto di più”.