Bruxelles – Sulla questione climatica “il tempo stringe, stiamo raggiungendo il punto di non ritorno”. Ursula von der Leyen, la presidente eletta della Commissione europea conferma, in un’intervista con un gruppo di quotidiani europei, le preoccupazioni espresse in Parlamento, quando chiese la fiducia dei deputati.
“Dobbiamo sforzarci di cambiare atteggiamento, di far pagare un prezzo maggiore per le emissioni di CO2, dobbiamo investire in ricerca e sviluppo ed energie verdi”, dice ancora, sottolineando che “altrettanto importante è che garantiamo un’equa transizione, non tutte le aree hanno le stesse condizioni di partenza. Ciò che fa bene al nostro pianeta deve fare bene anche ai cittadini e all’economia”. E qui spiega anche dove trovare i fondi per questo progetto: “la questione è porre le giuste priorità nel bilancio pluriennale dell’Unione. Se non investiamo di più in questo campo, pagheremo un prezzo molto più alto in futuro”.
Ha parlato anche di Italia la prossima presidente della Commissione, annunciando che “la Commissione che presiederò seguirà molto da vicino la situazione in Italia”, favorendo un processo che permetta si “investire per stimolare la crescita senza contravvenire alle regole esistenti”. Nel suo discorso in Parlamento von der Leyen disse di voler utilizzare tutta la flessibilità concessa dalla norme europee, “cercherò sempre un approccio aperto e costruttivo con l’Italia”, dice nell’intervista. Sulla questione, urgente, del nuovo commissario italiano la presidente eletta sottolinea “il diritto del presidente a chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino delle buone ragioni”, ma non vuole “dettare condizioni – dice -. L’unica cosa essenziale è che nel collegio ci siano tante donne quanti sono gli uomini”.
Altro tema che riguarda da vicino l’Italia è l’immigrazione. “Abbiamo bisogno di risposte umane. Un approccio comprensivo è urgente – dice von der Leyen -, dobbiamo investire pesantemente in Africa per ridurre le pressioni migratorie. Allo stesso tempo dobbiamo combattere il crimine organizzato, riformare Dublino e fare in modo che Schengen possa sopravvivere”. Ciò che vuole l’Italia, principalmente, sostiene la politica tedesca “è una riforma del sistema disfunzionale di Dublino. E devo ammettere che mi meraviglia come un accordo così sbagliato possa essere stato firmato”.
La futura presidente ammonisce che “le risposte semplici non ci portano da nessuna parte”, anche perché, sostiene “l’immigrazione non sparirà, e ci sono limiti a quanta immigrazione possiamo assorbire”. Ripete poi che “una volta che le persone intraprendono i loro viaggi della morte, siamo obbligati a intervenire. Salvare vite è sempre un obbligo, ma salvarle non risolve la questione più generale, che è molto più grande. E quando i profughi arrivano a terra, bisogna essere chiari. Chi arriva illegalmente e non ha diritto all’asilo, deve tornare indietro”, avverte.
Ultimo tema caro all’Italia, il salario minimo, per il quale rivela un “segreto, che è definire bene i dettagli: se qualcuno lavora a tempo pieno dovrebbe essere per lo meno in grado di sostenersi finanziariamente. Altrimenti spingiamo i lavoratori nel mercato nero e nessuno ci guadagna nulla”.
Parla poi di politica estera von der Leyen, in particolare della Russia. “Siamo testimoni da un po’ di tempo di un atteggiamento ostile da parte di Mosca – afferma -. Che spazia dalla violazione di norme internazionali, come l’annessione della Crimea, al tentativo di dividere l’Europa il più possibile. Il Cremlino non perdona nessun tipo di debolezza. Dalla nostra posizione di forza dovremmo mantenere le sanzioni e offrire allo stesso tempo il dialogo”.