Bruxelles – Adesso i Verdi europei scendono dalle barricate. Dopo aver votato contro Ursula von der Leyen, ora che la tedesca è stata eletta alla testa della Commissione europea i greens si dicono disponibili a lavorare con l’esecutivo comunitario. A decretare la ‘tregua’, in una nota, i co-presidenti del partito dei Verdi, Monica Frassoni e Reinhardt Butikofer.
“Anche se i Verdi non hanno votato per Ursula von der Leyen, ci congratuliamo con lei per essere stata eletta il prossimo presidente della Commissione europea. Siamo pronti a lavorare con lei sulle molte e difficili sfide che ci attendono nei prossimi cinque anni”.
I Verdi non nascondono di avere ancora delle perplessità, ma sono comunque pronti a offrire sponde. Dipenderà dall’agenda. “I verdi sono stati eletti in un’agenda per il cambiamento e continueremo a rispettare questo impegno”, premettono Frassoni e Butikofer. “In ogni momento che la presidente della Commissione vorrà essere un alleato per questo, la nostra porta rimarrà aperta e siamo disposti a lavorare in modo pro-attivo con la nuova Commissione”.
“Siamo stati molto contrari al modo in cui i capi di stato e di governo hanno imposto al Parlamento europeo la sua candidatura. Siamo molto critici anche verso i gruppi dei Liberali, dei Socialisti e dei Popolari – spiega Frassoni in una nota poi diramata da sola – che non hanno sostenuto davvero l’idea di una maggioranza nella quale i Verdi potessero essere rappresentati, nei contenuti e nelle personalità scelte per le posizioni di leadership. Pensiamo che questo sia stato un grave errore, riflesso peraltro nelle ambiguità e contraddizioni della maggioranza che sostiene la neo-Presidente e che non sarà sufficiente a fare avanzare la UE nelle sfide sociale, ambientale e democratica che l’attendono”.
Però c’è l’apertura, anche se con qualche prudenza: “Abbiamo accolto con favore il suo messaggio europeista – dice ancora Frassoni – e una consapevolezza inedita della necessità di agire sui cambiamenti climatici. Resta ancora da vedere come si possa conciliare con il fatto che von der Leyen ha avuto bisogno dei voti dei conservatori polacchi di Diritto e Giustizia e del Movimento 5 Stelle per essere eletta”.
La prima scadenza è nella formazione di una Commissione che rispetti l’equilibrio di genere, ricordano i verdi, “e siamo assolutamente impegnati nel sostenere la signora von der Leyen su questo”, dicono i due co-presidenti.
Ripensamenti in casa Verde? Sembra di sì. Ieri, prima del voto che ha poi incoronato von der Leyen, la co-capogruppo Ska Keller ha sottolineato come i Verdi, anche se contrari alla designazione della stessa von der Leyen, rappresentano un forza pro-Europeista e che avere voci di dissenso all’interno dello spettro europeista non è un problema. Un modo per dire che si può fare opposizione responsabile. Oggi però il partito sembra virare dall’opposizione verso la maggioranza.