Bruxelles – Obiettivi di sostenibilità più ambiziosi, un nuovo meccanismo per la tutela dello Stato di diritto, il cui rispetto è “centrale”. Ancora, la volontà di “rilanciare” il processo di riforma del regolamento di Dublino, l’insieme normativo che disciplina le politiche comuni di asilo, con l’obiettivo di avere “un nuovo modo di condivisione degli oneri”. Ursula von der Leyen adesso fa veramente sul serio. Doveva scegliere, e ha scelto. Alla vigilia di un voto cruciale per il futuro suo e della Commissione europea che è chiamata a presiedere, la presidente designata rompe gli indugi con due lettere indirizzate ai capigruppo di socialdemocratici (S&D) e liberali (RE) per convincerli a votare compatti la fiducia. E trova importanti aperture.
Due lettere distinte, indirizzate ai capigruppo delle famiglie partitiche più divise in questo momento sul nome della presidente designata. A lei S&D e RE contestano impegni vaghi, linee poco chiare e decise, e allora von der Leyen va alla ricerca dei voti delle forze pro-europeiste con impegni ben più chiari. Un modo per compattare il fronte europeista e fare in modo che domani, se dovesse arrivare la fiducia, gli eventuali voti favorevoli che possono arrivare dai banche degli eurodeputati euro-critici ed euro-scettici possano risultare ininfluenti ai fini della maggioranza necessaria (almeno 374 voti a favore).
Ai socialisti von der Leyen promette “un nuovo patto” sull’immigrazione. E’ vero che molto dipende dal Consiglio, dalla volontà cioè degli Stati membri di agire. Ma ciò non esclude l’impegno della Commissione che verrà per mettere sul tavolo nuove proposte. “Possiamo avere frontiere esterne più forti se garantiremo sostegno agli Stati membri che subiscono le maggiori pressioni per la loro posizione sulla cartina geografica”, scrive nella lettera indirizzata a Iratxe Garcia Perez (S&D). Un impegno che von der Leyen si assume nei confronti della Grecia, e soprattutto nei confronti di Spagna e Italia, delegazioni socialiste al momento tutt’altro che convinte a sostenere la tedesca.
La delegazione PD, a quanto si è appreso poi in serata, ha valutato “molto positivamente le aperture politiche contenute nella lettera”, sottolineando quelle su flessibilità, salario minimo, indennità europea di disoccupazione. La discussione è ancora in corso, si spiega, “e molto dipenderà dal discorso di domani e dalla sua apertura verso le forza pro europee”.
Ai socialdemocratici promette anche un’Europa più sociale, con strumenti quali salario minimo europeo e una “garanzia europea per l’infanzia” al fine di evitare l’esclusione sociale e la messa ai margine della società dei minori che vivono in condizioni più svantaggiate. Promette anche di rendere “permanente” la garanzia giovani, lo speciale strumento finanziario introdotto con il ciclo di bilancio corrente (MFF 2014-2020).
Non chiarisce come queste misure verranno finanziate. Il negoziato per il nuovo bilancio pluriennale (MFF 2021-2027) riprenderà dopo la pausa estiva, e sarà lì che bisognerà assicurare impegni politici e finanziari chiari. Ma non c’è dubbio che von der Leyen assume questo impegno, per quanto riguarda l’esecutivo comunitario.
A socialisti e ancor più ai liberali, che tante garanzie chiedevano sul rispetto delle regole democratiche e dei diritti fondamentali, von der Leyen mette per iscritto il sostegno per “un meccanismo comprensivo aggiuntivo” sullo Stato di diritto, costituito da monitoraggio continuo e relazioni annuali.
Ancora, von der Leyen si dice pronta a rivoluzioni in ambito commerciale. Colei che può diventare la prima donna a guidare l’esecutivo comunitario annuncia la creazione di una nuova figura, un “ capo ufficiale del commercio”, al fine di garantire “rispetto e attuazione dei nostri accordi commerciali”. Conferma poi l’impegno per l’allargamento dell’Unione europea, in particolare verso i Paesi dei Balcani occidentali, e si dice a sostegno della proposta di avviare negoziati di adesione con Albania e Macedonia occidentale.
I contenuti delle lettere non finiscono qui. C’è un paragrafo anche sulla Brexit. Von der Leyen si propone come personalità costruttiva, pronta al dialogo e al compromesso. E’ disponibile a offrire più tempo a Londra per completare le procedure di uscita dall’UE, la cui scadenza è attualmente fissata al 31 ottobre di quest’anno. E si dice anche pronta ad “aprire la strada per un partenariato ambizioso e strategico” per il post-Brexit, quando il Regno Unito sarà cioè un Paese terzo.
Von der Leyen è consapevole di non aver fornito tutti i particolari, e lei stessa parla di “snapshots”, di “istantanee” che comunque rappresentano un’agenda politica programmatica sicuramente molto più chiara e decisa rispetto alle audizioni e agli incontri tenuti in Parlamento gli scorsi giorni.
Sembra poi rivolgersi anche ai Verdi quando pone l’accento sulla politica per clima e sostenibilità. C’è l’invito e l’impegno a “essere più ambiziosi”, e l’esecutivo comunitario che von der Leyen intende presiedere vuole dare l’esempio. La riduzione delle emissioni di CO2 va ridotta di “almeno il 55% entro il 2030”, secondo le intenzioni della presidente designata, convinta che gli “snapshot” contenuti nella lettere sgombrino il campo da dubbi circa impegni e intenzioni.
Le lettere inviate ai capigruppo costituiscono la base per il dibattito che si terrà domani a Strasburgo, momento della verità per il prosieguo delle nuova legislatura europea. “Sono pronta a lavorare con voi su un’agenda politica positiva e un’Europa più forte”, scrive von der Leyen, certa che questi impegni agevolino l’instaurazione di un clima di fiducia inter-istituzionale necessario per ottenere il mandato che i capi di Stato e di governo hanno deciso di conferirle.