Bruxelles – Malta e soprattutto Italia falliscono la prova europea sul tanto delicato quanto complesso dossier dell’immigrazione. La Farnesina ha messo a punto un piano per una diversa e migliore gestione del fenomeno dei flussi, ma la bozza sembra destinata a restare tale visto che il consiglio dei ministri degli Esteri dell’UE non condivide lo slancio italiano.
Il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, aveva anticipato i contenuti dell’iniziativa in un’intervista al Corriere della Sera. Si ragiona su “zone franche” per gli sbarchi e la distribuzione dei rifugiati attraverso corridoi umanitari. Ci si ragiona a Roma e la Valletta, ma non nelle altre capitali.
Germania e Austria frenano. Ringraziano Italia e Malta per l’iniziativa, ma il “nein” di Berlino e Vienna appare una vera e propria pietra tombale per il dibattito.
“Ringrazio il ministro italiano per il suo ruolo costruttivo e responsabile, ma ho l’impressione che le proposte di soluzione non possano essere attuate nell’immediato”, il giudizio del ministro per gli Affari europei della Germania, Michael Roth, convinto che le proposte italiane “non forniscano nuovi contributi significativi”.
Moavero però si mostra soddisfatto, e, dopo aver evitato di parlare con i giornalisti, ha diffuso una nota nella quale afferma che a suo giudizio “la discussione al Consiglio Affari Esteri stata positiva”. Secondo il ministro degli Esteri “l’iniziativa di Italia e Malta di avere un dibattito organico sulle migrazioni ha ricevuto unanimi apprezzamenti e ha consentito ai Ministri degli Esteri, dopo un articolato scambio di vedute, di ritrovarsi su numerosi punti portati alla loro attenzione”.
Fredda anche la risposta fornita dall’Austria, per bocca del ministro degli Esteri Alexander Schallenberg. “La proposta non è chiara”, dice. “Quando sento parlare di corridoi umanitari, meccanismi di ricollocamento e coalizione dei volenterosi vorrei che si facesse attenzione a che il dibattito non torni indietro di tre anni”‘.
Tra gli Stati membri c’è l’impressione che l’Italia, col sostegno di Malta, proponga ricette vecchie. Le dinamiche ripropongono lo stallo degli Stati sull’immigrazione. Il governo Conte ha provato a superarlo, ma senza successo. È stato un tentativo, e non è detto che sia l’ultimo.
Josep Borrell, ministro degli esteri spagnolo e nuovo Alto rappresentante dell’UE designato, si dice favorevole a discutere di immigrazione a livello di ministri degli Esteri. Probabilmente già parla da nuovo Mogherini, e questo è un bene per l’Italia, che potrebbe aver trovato in Borrell un alleato in seno al consiglio.
Secondo la nota della Farnesina “c’è stata un’ampia convergenza sull’opportunità di un approccio strutturato che affronti con meccanismi stabili i vari profili di rilievo per le migrazioni. Inoltre, molti Ministri si sono espressi a favore dello stanziamento di più risorse nel bilancio UE da dedicare alle iniziative attinenti al governo dei flussi migratori, in particolare per significativi investimenti nei Paesi di origine e di transito dei migranti”.
Insomma, secondo la Farnesina dato che “la competenza UE sulle migrazioni rileva in gran parte dei Ministri degli Interni, la parola passa ora a loro che si incontreranno i prossimi 17 e 18 luglio”, un incontro al quale il ministro Matteo Salvini ha preannunciato che, eccezionalmente, sarà presente. Per gli uomini di Moavero “la sequenza di calendario di quest’ultima riunione e di quella odierna, unita all’inizio della nuova legislatura europea, offrono un’occasione importante per imprimere una svolta di rilievo a una materia importantissima per l’opinione pubblica, che è stata posta dal Consiglio Europeo fra le priorità strategiche dei prossimi mesi”.
Legge in positivo la giornata di oggi anche la deputata europea dei 5 Stelle Laura Ferrara, la quale sostiene che “dopo tanta propaganda, finalmente una proposta seria sul tavolo.
L’iniziativa del Ministro Moavero, l’apprezzamento della Commissione europea e l’apertura della Germania dimostrano che siamo sulla buona strada”. “Mi auguro adesso -ha aggiunto la deputata – che tutti i Paesi europei accettino una riforma, non più rinviabile, della gestione dei fenomeni migratori. I confini italiani sono confini d’Europa”.