Bruxelles – Conti pubblici e riforme, Italia ed Europa proprio non riescono a trovare la quadra. Sulle pensioni, in particolare, il governo italiano e i suoi partner non riescono proprio a mettersi d’accordo. Roma intende tirare dritto con la cosiddetta ‘quota cento’ (via dal lavoro a 62 anni con 38 anni di contributi), le altre capitali chiedono di rimanere fedeli alla riforma Fornero.
Il consiglio Ecofin ha approvato le raccomandazioni specifiche per Paese di tutti gli Stati membri dell’UE. Per l’Italia, tra le altre cose, si chiede di “attuare pienamente le riforme pensionistiche precedenti al fine di ridurre la quota delle pensioni nella spesa pubblica e creare spazio per altre spese sociali e di crescita”.
Poche righe, ma che riaccendono lo scontro tra Italia ed Europa sul programma di riforme e sulle azioni necessarie per tenere sotto controllo i conti pubblici. Poche righe, ma che investono il governo in pieno. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, lascia Bruxelles senza incontrare la stampa, senza spiegare se anche l’Italia ha approvato il testo uscito dal consiglio dei ministri europei. In caso affermativo dovrà rendere conto in Italia, in caso negativo l’Italia continua a essere messa nell’angolo, con i partner che chiedono e sottoscrivono al Paese di fare altro.
All’Italia si chiede in sostanza di portare a termine quanto era stato cantierato o annunciato negli anni scorsi. Oltre alla riforma pensionistica, si chiede di ridurre una volta per tutta i tempi dei processi civili, tagliare il cuneo fiscale, migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, contrastare l’evasione fiscale. Tutte cose su cui l’Italia si era impegnata, salvo attuare poco o cambiare idea.