dall’inviato
Strasburgo – I numeri ci sono, adesso ci sono anche i nomi. Le commissioni parlamentari sono state composte dai deputati europei freschi di elezione e di insediamento, e tra gli italiani due nomi spiccano più di altri; Antonio Tajani e Roberto Gualtieri. Il presidente uscente del Parlamento europeo è alla ricerca di una presidenza, e si tentato fino all’ultimo di fare in modo che potesse ottenere quella delle commissione Industria. Niente da fare. A sorpresa si ritrova tra i 28 componenti della commissione Affari costituzionali. Forza Italia ha diritto ad una sola carica di peso, causa performance elettorali disastrose. Non c’è nessuno di FI nella presidenza del gruppo, né tra i vicepresidenti dell’Eurocamera. La presidenza della commissione AFCO spetta al PPE, e Tajani dovrebbe spuntarla quando la prossima settimana si eleggeranno i presidenti.
Alla ricerca di una presidenza anche Gualtieri, presidente uscente della commissione ECON, quella degli Affari economici. E’ finito nella stessa commissione della precedente legislatura, e punta a riessere confermato. E’ stato stabilito che la poltrona più importante spetti al gruppo S&D, quello dove siede il Partito democratico. Fonti ben informate danno scontata la nomina di Gualtieri, a meno di clamorosi colpi di scena dell’ultima ora, che però potrebbero non mancare. Sembra che un accordo tra spagnoli e tedeschi abbiano stabilito che in cambio di un passo indietro di Udo Bullmann alla presidenza del gruppo S&D a favore di Iratxe Garcia Perez il tedesco abbia la prelazione sulla commissione ECON.
Silvio Berlusconi, nella sua nuova vita politica da parlamentare europeo, finisce in commissione Affari esteri. Una scelta forse ‘coraggiosa’, visto che l’ex presidente del Consiglio ha più volte detto in questi giorni di voler rivedere i rapporti con la Russia del suo amici Vladimir Putin. “Le sanzioni sono state uno sbaglio”, ha detto alla sua prima a Strasburgo, auspicando un riavvicinamento con Mosca.
In commissione Affari esteri finisce pure Fabio Massimo Castaldo, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle e fresco di impresa storica ad elezione (ri-elezione, nel suo caso) a vicepresidente del Parlamento europeo in veste di non-iscritto. La capo-delegazione dei pentastellati Tiziana Beghin, siederà invece in commissione Commercio internazionale.
Finisce in commissione Bilancio l’esponente del PD Paolo De Castro, ‘guru’ delle politiche agricole. La sua battaglia sarà dunque legata all’assegnazione dei fondi all’agricoltura. Finisce in commissione Industria il neo-eletto Carlo Calenda, un trascorso da ministro per Attività produttive e industria, e dunque un posizionamento a Bruxelles confacente le sue competenze. Brando Benifei, attivissimo membro della commissione Lavoro nella passata legislatura, siederà ora in commissione Mercato interno, la stessa assegnata al capodelegazione di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza
Raffaele Fitto, altro nome di spicco di Fratelli d’Italia, trova sistemazione in commissione Controllo di bilancio. Mario Furore (M5S), il più giovane di tutti i 73 eurodeputati italiani, finisce in commissione Trasporti.
Tra le fila della Lega, Marzo Zanni si sistema in commissione Affari economici, la stessa di Gualtieri. Mara Bizzotto è membro della commissione Agricoltura. Per lei, che denuncia di aver subito ‘scippi’ nella corsa alla vicepresidenza del Parlamento europeo, rischiano di chiudersi le porte in faccia anche della commissione. Sembra ci sia l’intenzione di formare un cordone sanitario per impedire che nessun membro del gruppo ID (identità e democrazia, quello della Lega e dei sovranisti) ottenga presidenze di commissione.
La ‘lottizzazione’ del Parlamento
Il PPE ha rivendicato per sé sei commissioni sulle venti disponibili: Affari esteri, Cultura, Sviluppo, Industria, Affari costituzionali, Petizioni e Controllo dei bilanci.
I socialdemocratici (S&D) ha invece una bozza di accordo sulle presidenze delle quattro commissioni Affari economici, Commercio internazionale, Libertà civili, Diritti della donna, a cui si aggiunge la sotto-commissione per i Diritti umani.
I liberali (RE) rivendicano invece la guida delle commissioni Ambiente e Pesca, più la sotto-commissione Sicurezza e Difesa.
Ai Verdi dovrebbero invece spettare le presidenza della commissione Mercato interno e Trasporti e turismo. I conservatori (ECR) rivendicano le commissioni Bilanci e Lavoro. Alla sinistra radicale (GUE) dovrebbe andare la commissione Sviluppo regionale. Sempre che il cordone sanitario anti-sovranista tenga.