Bruxelles – Per l’Italia la procedura per il debito eccessivo non è più giustificata. E’ questa la decisione del collegio dei Commissari europei, un mese dopo l’approvazione della propria relazione in base all’art. 126, paragrafo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione, la quale giustificava l’apertura di una procedura di deficit eccessivo nel caso dell’Italia.
Dopo che il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici aveva esortato il Governo Conte ad attuare delle manovre correttive di bilancio per evitare la procedura, dichiarando inoltre che la sua porta rimaneva aperta al dialogo, il governo italiano ha dovuto prendere delle misure necessarie a garantire il rispetto delle disposizioni del patto del patto di stabilità e crescita conformemente alla procedura per i disavanzi eccessivi.
“Abbiamo posto tre condizioni chiare, ovvero compensare il più possibile lo scarto di bilancio per il 2018 dello 0,3%; correggere lo scarto dello 0,3% del 2019; infine ottenere garanzie per il bilancio del 2020”. Così Moscovici ha elencato le condizioni poste allo Stato italiano dalla Commissione, la quale sulla base delle proprie analisi “prevedeva un deficit dello 0,3% del PIL e un debito in aumento fino al 135% del PIL, cosa inaccettabile e dannosa sia per l’economia dell’Italia che all’economia dell’Eurozona”.
A seguito delle discussioni avvenute anche la scorsa settimana a Osaka tra il ministro dell’economia e delle finanze italiano Giovanni Tria e lo stesso Moscovici, il Commissario europeo ha proseguito dicendo come “il 1° luglio il governo italiano ha approvato un pacchetto di riforme che da una risposta formale alle condizioni poste della Commissione. Tale pacchetto include un prospetto di metà anno che prevede una correzione di bilancio totale di 7,6 miliardi di euro, pari allo 0,42% del PIL. Questa correzione si basa principalmente su entrate supplementari di 6,2 miliardi euro, di cui 2,9 miliardi di euro di reddito fiscale e 600 milioni di euro di contributi sociali più elevati, nonché 2,7 miliardi di euro di dividendi più elevati, che saranno versati allo Stato dalla Banca d’Italia e dalla Cassa di deposito e prestiti”.
Inoltre l’Italia per rispettare le regole del patto di stabilità per il 2019 e chiamata a mettersi in conformità, ha approvato anche un decreto di legge che “congela 1,5 miliardi di euro nel bilancio 2019, i quali si aggiungono ai 2 miliardi di euro già congelati nel dicembre scorso in via definitiva”, che tuttavia “deve essere approvata dal parlamento entro 60 giorni e deve essere e valido dal 15 settembre”.
Per cui, Moscovici osserva con soddisfazione come “grazie all’insieme delle misure adottate dalle autorità italiane, le regole del Patto nel 2019 sullo sforzo strutturale saranno rispettate e che sarebbe controproducente chiedere al nostro Paese di fare di più” cogliendo con favora anche “la volontà del Premier Conte di continuare il dialogo con la Commissione.”
Insomma la procedura per deficit eccessivo non è più necessaria, è stato chiesto all’Italia di fare uno sforzo consistente poiché una tale procedura non si avvia speculando sul futuro. “Ho letto così tante volte nelle ultime settimane che la Commissione stava preparando un procedimento disciplinare contro l’Italia, ma il patto di stabilità e crescita non ha lo scopo di punire o sanzionare. Il suo scopo è assicurare che i governi perseguano finanze pubbliche sane e correggano rapidamente i problemi quando sorgono”, ha voluto ricordare Moscovici.
Tuttavia questo non vuol dire che è la fine della storia. La Commissione Europea continuerà a vigilare attentamente sull’effettiva esecuzione di tali misure presenti nel pacchetto nella seconda metà dell’anno, e valutare la conformità del progetto di bilancio del 2020 che dovrà essere presentato all’esecutivo comunitario entro il 15 ottobre. Lo stesso Moscovici, identificandolo come uno degli ultimi compiti degli attuali commissari, conclude ancora una volta ribadendo in Italiano come “la mia porta per l’Italia rimane aperta”.