Bruxelles – “Se le cariche non sono di gradimento me ne assumo la responsabilità”. Al termine dei lavori del Consiglio europeo, riunitosi nuovamente dopo tre rinvii, il Premier Giuseppe Conte afferma come abbia contrastato il pacchetto di nomine “di Osaka”, quello con Frans Timmermans presidente della Commissione, dicendo che “l’Italia insieme ad altri 10 Paesi ha ottenuto la messa in discussione di un pacchetto di nomine già prestabilito, presentato come non negoziabile ed elaborato al di fuori del percorso concordato”.
“Questo modo di procedere è stato inaccettabile, se si arriva ad una decisione si deve fare nel rispetto reciproco”, continua il Presidente italiano incontrando i giornalisti dopo il Consiglio europeo a Bruxelles, dicendo di essere “lieto del fatto che per la prima volta un blocco così consistente franco-tedesco, arricchito dal contributo di altri paesi nordici e addirittura dal sostegno delle famiglie politiche principali sia stato messo in discussione e che una soluzione del genere sia stata messa in discussione e completamente bloccata”.
Insomma, “l’Italia ha contribuito alla formazione del nuovo pacchetto (con Ursula von der Leyen presidente della Commissione, ndr) che non è stato fatto in base alla logica dell’affiliazione politica”, chiarisce Conte ribadendo che il suo obiettivo non era mettere in discussione la candidatura di Timmermans che “ben poteva ambire alla presidenza della Commissione, ma la maniera in cui è stata presentata in un pacchetto non negoziabile era del tutto inaccettabile”. Identificando inoltre che nei paesi lo hanno seguito in questa linea, “quelli del gruppo Visegrád ne facevano chiaramente un problema personale non accettando la candidatura di Timmermans per le iniziative che aveva assunto in passato”, specificando tuttavia come tale linea non fosse da lui condivisa.
“Non mi son trovato davanti ad un foglio bianco in cui mi è stato chiesto di scegliere il mio dreamteam”, così Il premier Italiano non esprime una totale soddisfazione, ma nel complesso identifica la composizione di vertice che “si prefigura molto equilibrata soprattutto perché l’Italia ha contribuito attivamente alla determinazione dei nomi sulle cariche di vertice europeo”. Quindi a suo dire ora c’è una squadra “più equilibrata della precedente e che non è stata soppesata e tarata esclusivamente in base alla logica dell’affiliazione politica e in base ad una concentrazione geografica inaccettabile”.
In effetti, “nei trattati c’è scritto che bisogna tener conto della dislocazione geografica e di una sensibilità verso il genere”, e Conte aveva già espresso all’avvio delle consultazioni la sua preferenza per un Presidente della Commissione donna.
Dunque grazie a questa partecipazione attiva dell’Italia, il Presidente del Consiglio ha potuto “rivendicare quella che era una posizione che io ritenevo leggittima, vale a dire le garanzie di un commissario di alto rilievo economico e di una vicepresidenza, cosa che il pacchetto precedentemente già confezionato non includeva”.
Per quanto riguarda le singole proposte quindi, per la Banca Centrale Europea “la candidatura francese era già stata auspicata nella misura in cui consente di liberare per l’Italia una posizione nel board della BCE”, mentre per la Presidenza della Commissione, identificando il momento storico che vede per la prima volta la nomina di una donna, come anche per la BCE, Conte conclude come “la figura di Ursual von der Leyen è piaciuta”, identificandola “una donna con un profilo biografico e professionale che attesta equilibrio e sensibilità sociale, una grande competenza in materia di temi come l’occupazione, lo sviluppo sociale e la crescita economica”.
Ora tocca al Parlamento Europea esprimere il proprio giudizio, e valutare la proposta del Consiglio, facendo così passare al vaglio della maggioranza assoluta la decisione finale sulla nomine dei “top jobs” europei.