Bruxelles – La commissione Trasporti del Parlamento europeo ha votato contro la bozza di legislazione presentata dalla Commissione europea per la tecnologia da utilizzare per le auto Connesse”, a causa dei “dubbi” sottolineati dal relatore Dominique Riquet proprio sulla soluzione tecnica proposta. M ala questione non si è risolta così, la Commissione intende andare avanti, e dunque la GSMA, associazione mondiale degli operatori mobili, diffonde ora una sua scheda sulle potenzialità e i benefici che il sistema chiamato C-V2X offre rispetto al “vecchio” wifi 802.11pp.
Lo scorso mese di marzo l’associazione aveva inoltrato un lettera, in cui si faceva riferimento ai problemi che potrebbe portare l’adozione del wifi 802.11pp per i sistemi C-ITS (sistemi di trasporto intelligenti cooperativi) nel quadro dell’iniziativa Connected car anziché il più moderno C-V2X, sul quale tutto il settore sta fortemente investendo e già in grado di funzionare sulle reti esistenti, ma che potrà anche collegarsi alla rete 5G.
La commissaria ai Trasporti Violeta Bulc ha inviato una risposta, nella quale sottolinea l’urgenza di dover adoperare uno standard che possa essere da subito operativo al fine di salvare il maggior numero di vittime della strada, attestate a circa 25 mila ogni anno. L’unico modo per riuscire nell’impresa, continua l’esponente della Commissione europea, è l’utilizzo di questa tecnologia wireless posta alla base dell’ITS-G5 (da qui in poi usate come sinonimi di wifi 802.11p), per supportare il protocollo GeoNetworking per la comunicazione da veicolo a veicolo e da veicolo a infrastruttura.
Per Bulc questa tecnologia è l’unica ad ora pienamente disponibile per la realizzazione di una rete che possa salvaguardare le vite delle persone sulle strade, ed è “inaccettabile” dover aspettare altro tempo per iniziare i lavori di installazione dei dispositivi sulle vie di comunicazione terrestri e far spendere miliardi di euro in più ai cittadini.
Non sono della stessa opinione la GSMA e la ETNO (European Telecommunications Network Operators’ Association), che hanno risposto puntualizzando che in realtà già dal 2018 sono disponibili altri strumenti in aggiunta a quello dell’ ITS-G5, tra cui il Cellular Vehicle to everything (C-V2X) e che stanno velocemente prendendo piede tra le grandi economie mondiali come nuovi standard da inserire sul mercato, rendendo possibili le comunicazioni sia a breve che a lunga distanza. Inoltre, numerose compagnie leader nel settore automobilistico come BMW, Ford e PSA (Peugeot société anonyme) hanno già annunciato che installeranno il più recente standard C-V2X su tutti i veicoli che verranno immatricolati nel prossimo futuro.
Un’altra accusa mossa verso la Commissione è che in realtà la tecnologia da loro scelta non rappresenta la scelta ottimale per la salvaguardia degli europei, dal momento che il wifi 802.11p è stato sviluppato oltre 10 anni fa e presenta pertanto degli svantaggi rispetto alle più recenti invenzioni, a partire dai tempi di latenza alti da cui derivano maggiori possibilità di incorrere in incidenti per via dei probabili ritardi nella comunicazione tra veicoli e tra veicoli e strutture. Questi strumenti non competono neanche dal punto di vista del campo di azione, che risulterebbe così più ristretto rispetto alle possibilità che abbiamo oggi.
Terzo punto discusso dalle due associazioni europee è che in realtà l’utilizzo del C-V2X rispetto all’ITS-G5 non avrebbe un costo più elevato per via della necessità di sviluppare prima una rete 5G estesa, ma anzi “gli attuali servizi di sicurezza di base (come chiamate e servizi diurni) non richiedono il 5G. I chipset C-V2X sono pronti per il mercato e funzionano con le reti attuali”, si legge sul loro comunicato e “possono fare affidamento su reti esistenti”.