Bruxelles – Il 30 giugno ad Hanoi l’UE concluderà l’accordo di libero scambio (FTA) e quello sulla protezione degli investimenti (IPA) tra con il Vietnam, ma le concessioni previste su circa 80mila tonnellate di importazioni di riso a dazio zero concesse al paese asiatico fanno storcere il naso all’Italia.
L’accordo prevede la quasi totale eliminazione dei dazi doganali tra i due blocchi, pari al 99% di tagli sulle imposte, che avverrà in maniera graduale. Alla firma dell’accordo per l’UE la diminuzione sarà pari al 65%, con il resto che verrà raggiunto entro i 10 anni successivi, mentre per il Vietnam l’abbattimento dei dazi sarà del 71%, con la percentuale rimanente che sarà rimossa nei 7 anni successivi all’entrata in vigore dell’accordo. Tra le altre cose, vi è anche l’apertura del mercato vietnamita alle società e aziende europee, che così potranno per esempio partecipare alle gare di appalto pubblico o accedere ai loro servizi. L’IPA invece garantirà maggiore protezione e sicurezza degli investimenti europei in Vietnam.
Tuttavia, per raggiungere quest’accordo sono state fatte delle concessioni da parte dell’Europa, tra cui quella di dare al paese del sud-est asiatico la possibilità di esportare nel vecchio continente (che ne produce quasi due milioni di tonnellate) circa 80 mila tonnellate di riso con la totale eliminazione delle tasse doganali. Una scelta che l’Italia non ha preso bene, arrivando ad astenersi all’interno del Consiglio dell’Unione europea e specificando come la cosa “dovrebbe destare delle preoccupazioni”, se non per gli altri Stati europei, sicuramente per lei. L’Italia infatti è il più grande produttore in Europa di Riso, coltivando più della metà delle scorte lorde annue dell’intera Unione europea (840 mila tonnellate), e di conseguenza teme per gli effetti che la concorrenza di queste importazioni potrebbero avere sul suo business.
Per questo motivo l’Italia ha deciso di inviare al Consiglio una dichiarazione in cui chiede che non vengano fatte ulteriori concessioni sul riso negli accordi di libero scambio in corso di negoziazione e in quelli futuri, e di introdurre l’obbligo di indicazione di origine sul riso oltre al pieno rispetto degli standard ambientali, sociali e fitosanitari europei sul riso importato dal Vietnam. L’obiettivo dunque è quello di cercare di proteggere gli interessi delle aziende del paese che lavorano in questo settore.