Bruxelles – Sì al riutilizzo in agricoltura delle acque reflue urbane. Così l’Ue introduce nuove misure che riducono il rischio di scarsità idrica, con il Consiglio europeo che ha infatti adottato il suo orientamento generale sul regolamento che facilita il riuso delle acque reflue urbane, a fini di irrigazione agricola.
La proposta adoperata dalla Commissione europea il 28 Maggio 2018, e sulla quale il Parlamento europeo ha espresso la sua posizione il 12 febbraio 2019, ha l‘obiettivo di garantire acqua a sufficienza per l’irrigazione dei campi, soprattutto in caso di ondate di calore e siccità, a causa anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici, in modo tale evitare i rischi di perdita di raccolto e carenza alimentare.
La proposta prevede disposizioni rigide su standard minimi qualitativi delle acque depurate e sul relativo monitoraggio, al fine di garantire la protezione della salute e dell’ambiente. Tali prescrizioni devono continuare a basarsi sugli ultimi dati scientifici presenti, così che la Commissione valuti poi la necessità di rivedere gli standard minimi per la qualità delle acque in base ai risultati.
Inoltre il Consiglio concede flessibilità agli Stati membri, i quali possono decidere se usare o meno questo tipo di risorse idriche. Infatti i Paesi dell’Ue possono così stabilire se sia opportuno riutilizzare acque depurate a fini di irrigazione agricola in base alle condizioni geografiche e climatiche che variano molto tra i Paesi europei.
Le nuove norme proposte saranno particolarmente utili nelle regioni in cui la domanda è superiore alla disponibilità di acqua. Già diversi Stati membri vantano una lunga e positiva esperienza nel riutilizzo dell’acqua per l’agricoltura, tra questi troviamo quelli dell’Europa meridionale come Italia, Spagna o Grecia, che hanno adottato con successo il riuso dell’acqua da decenni. Questo per l’ambiente è molto meglio rispetto ad altri metodi alternativi di approvvigionamento idrico, quali i trasferimenti d’acqua o la desalinizzazione.
L’approvazione del documento consente così al Consiglio Ue di iniziare, sotto la presidenza finlandese, i negoziati con il Parlamento Europeo e Commissione per arrivare a una stesura definitiva del nuovo regolamento.