Roma – La sua prudenza è sempre stata proverbiale, negli ultimi giorni però ha scavalcato “il non dire” per osare di più e mettere tutti i tasselli nel posto giusto. Parliamo di Giancarlo Giorgetti, potentissimo sottosegretario alla presidenza del Consiglio che sembra essere ormai l’unica carta che il governo italiano intende giocare per il ruolo di Commissario a Bruxelles.
Per lui poi oggi è stato soprattutto un giorno di gloria e l’occasione di un accreditamento internazionale, con l’assegnazione dei Giochi olimpici invernali del 2026 a Milano Cortina. Le montagne italiane come sede olimpica sono un punto a favore anche per il sottosegretario con la delega allo sport, che era presente con la delegazione guidata da Giovanni Malagò, che ha battuto la Svezia nell’assegnazione delle Olimpiadi.
La traversata di Giorgetti verso l’accreditamento è cominciata da un po’ di tempo ma è stato lo scambio di battute sui mini bot e la presa di distanza, netta per quanto in forma scherzosa, che ha svelato a molti osservatori la mossa “europeista”, l’occasione per sganciarsi da una delle ipotesi meno digeribili per l’establishment bruxellese. Mini bot già sonoramente bocciati dal presidente della BCE Mario Draghi e ridicolizzati da Giorgetti: “Ancora credete a Borghi? Vi sembrano verosimili? Se si potessero fare li adotterebbero tutti”. Anche se il “padre” dei titoli fittizi Claudio Borghi continua a difenderli e dire che “Salvini è d’accordo”, è più probabile che il progetto non vedrà la luce e si riveli un’altra delle tante micce sparse in giro, nella fase della trattativa più delicata con la Commissione per la bandierina rossa dell’eccesso di deficit sui conti italiani.
Il registro del ‘sottotraccia’, di colui che lavora sempre dietro le quinte evitando i riflettori (poteva fare sicuramente il ministro ma ha preferito il ruolo da sottosegretario alla Presidenza), è stato superato nuovamente qualche giorno fa quando in conferenza stampa gli è stato chiesto se “era lui il candidato italiano alla Commissione”. “Faccio e farò quello che mi viene chiesto” è stata la risposta secca, non proprio una smentita.
Il braccio destro e sinistro di Salvini è dunque il candidato con più chance per approdare nella squadra dei Commissari anche se il tempo da qui all’autunno è ancora tanto e tutto può succedere. Nella gestione dei rapporti con l’UE, il governo italiano ha poi un’altra casella da riempire, quella del ministro degli Affari europei, una scelta che avrebbe bisogno di una riflessione speciale visto il compito che gli viene assegnato, la ‘pratica’ delle procedure d’infrazione.
Italia che resta sorvegliata speciale. Già domani alla riunione dei commissari sul nostro stato lo stato dei conti pubblici, i responsabili per Euro e Affari economici, Dombrovskis e Moscovici, illustreranno lo stato della trattativa. “Ci sarà una discussione”, ha detto una portavoce della Commissione stamani a Bruxelles, senza precisare se già domani potrà emergere una decisione.
A Roma sperano di avere ancora tempo per dimostrare che le previsioni dell’UE sono meno aggiornate e più pessimistiche. Almeno fino a mercoledì quando il Consiglio dei ministri dovrà approvare l’assestamento di bilancio che presenta numeri più favorevoli. Sarebbe il primo pezzo di carta con numeri neri su bianco che verrebbe inviato dopo l’avvio della procedura per violazione della regola del debito a pochi giorni dalla decisione finale che potrebbe mettere i conti italiani sotto chiave.