Bruxelles – “L’interesse dell’Italia e quello dell’Europa”. Giuseppe Conte spiega qual è l’ultima spiaggia per evitare la procedura per deficit eccessivo: provare a spiegare fino alla fine che a un Paese come il nostro vada concesso ancora un po’ di margine, appunto, per “interesse dell’Europa”.
Se il film non è quello annunciato, “non andiamo col cappello in mano”, poco ci manca, resta il filo del ricatto al quale però i partner non sembrano badare in nessun caso. Tutti determinati, amici e nemici, a non fare più sconti e “salvo un miracolo”, come fatto filtrare nella notte dallo staff del premier italiano, la procedura scatterà nelle prossime settimane.
Allora la “situazione molto complicata, il negoziato è difficile e complesso” spiega Conte ai cronisti alla fine del Consiglio europeo, confidando tuttavia che sia ancora possibile, “portare la trattativa in porto con un esito favorevole”.
I termini del negoziato rimangono riservati anche se da Roma faranno di tutto per mettere più risorse possibile. Oltre ai risparmi già indicati e i tagli, i tecnici del Tesoro nelle ultime ore hanno estratto dal cilindro la carta dei dividendi (Bankitalia e cassa depositi e prestiti), soluzioni che non sembrano ancora convincere la Commissione. Anche perché dall’Italia l’alleato Salvini, continua spingere verso la discussa Flat Tax anche in deficit che farebbe immediatamente ri-aumentare lo scarto che l’UE ci chiede di coprire.
Un’altra critica sarebbe chele soluzioni suggerite non sarebbero strutturali ma coperture una tantum. Conte insiste sul negoziato complesso e riservato, “non diciamo pubblicamente come e con quali carte giocare” e spiega che Bruxelles agisce “con una logica punitiva ingiustificata” perché “i numeri reali sui conti o quantomeno una proiezione molto più rispondente alla realtà perché aggiornati a giugno ce li abbiamo noi”.
Se la trattativa sui conti resta appesa a un filo, Conte minaccia la voce grossa sul resto dell’agenda discussa al tavolo del Consiglio Europeo. In un negoziato “si cede per ottenere qualcosa” e dunque la riforma del fondo “salva-stati” le assicurazioni sui depositi bancari e l’euro budget sono tutti collegati, un pacchetto unico da cui l’Italia deve avere qualcosa in cambio e dunque l’’utilizzo del veto, (impegno già previsto dal Parlamento per l’ESM) non è un tabù.
Guardando al confronto più scivoloso delle nomine istituzionali che hanno impegnato i capi di governo fino a notte fonda, Conte anche in questo caso non si sbilancia pur essendo consapevole che questa partita l’Italia la gioca in panchina. Nessuna interferenza con la procedura su deficit avverte ma pure spiegando che “si naviga ancora in mare aperto” la logica che porterà alle scelte è quella a pacchetto per i ruoli di vertice (su cui è la maggioranza a dare le carte) ma che la stessa logica non può essere applicata a tutti i commissari e quindi anche a quello italiano, per il quale “rivendico un portafoglio di primaria importanza”.