Bruxelles – Con la conclusione del Meeting del Consiglio europeo che vede tutti i capi di Stato e di Governo dell’Unione riuniti per discutere del futuro del continente, il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa si è voluto concentrare particolarmente sul tema del budget dell’Area euro e della procedura usate per l’elezione dello Spitzenkandidaten.
Sul primo punto, il presidente ha tenuto a ribadire quanto sia di fondamentale importanza trovare nuove fonti di finanziamento per il budget dal momento che “se vogliamo che l’euro funzioni correttamente, abbiamo bisogno di un budget sufficiente e con una propria governance”. Specifica poi come “le stesse analisi mostrano che quando si condivide la stessa moneta c’è bisogno di meccanismi di stabilizzazione”, ma continua “possiamo vedere come – gli attuali – non siano abbastanza completi, e per questo dovremmo fare di più per questi meccanismi”.
Il discorso è poi deviato sulla questione delle candidature alle più alte cariche europee, tra cui in particolare quella per la Commissione europea. Senza nascondere la sua posizione contraria all’idea di un presidente della commissione eletto dal Parlamento europeo, il leader francese ha chiarito che “non c’è maggioranza nel Parlamento per supportare il partito maggioritario”, aggiungendo che “vi sono delle minoranze che bloccano la candidatura”.
L’impasse sembra ora aver portato i vari membri del Consiglio ad optare per “una nuova procedura che sarà guidata da Donald Tusk con lo scopo di far emergere nuovi nomi”, sarà importante tuttavia “tenere conto dei risultati delle elezioni” nota Macron.
Con questo processo il leader francese punta al raggiungimento di tre obiettivi primari: avere una “decisione rapida” entro il 30 giugno per il prossimo presidente della Commissione; che i vari nomi presentati tramite questa procedura rispecchino anche determinati canoni di equilibrio, a partire da quello di genere ma anche geografico. “È chiaro che nazioni dell’est e del sud debbano anche loro essere rappresentate, o almeno prese in considerazione”; ed infine che i candidati siano in possesso di “straordinarie abilità ed esperienze”.
Interessante anche il suo intervento in risposta ad una domanda sul quale sia la sua posizione su Jens Weidmann come ipotetico futuro presidente della Banca Centrale Europea (BCE). In introduzione alla sua risposta ha iniziato dicendo “Non tocca a me decidere chi sia il migliore”, elogiando, però, subito dopo il lavoro fatto dal presidente uscente, Mario Draghi, di cui ha lodato “l’azione ed il coraggio”, citando oltretutto una sua vecchia frase pronunciata al Global Investment Conference di Londra nel luglio del 2012, durante il periodo di picco della crisi che colpi l’Europa: “La BCE è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza”. Una promessa che evidentemente è stata mantenuta agli occhi del Presidente francese.