Bruxelles – Si cercherà di fare il possibile, ma il vertice del Consiglio europeo rischia di andare incontro all’impossibile, o meglio, all’impossibilità di produrre i successori delle alte cariche UE. Il rebus dei nuovi presidenti delle istituzioni comunitarie rischia di non trovare una soluzione, nonostante da più parti si ripeta che c’è la voglia di chiudere la complicata trattativa politica tra oggi e domani.
Il problema è che nomi per il prossimo presidente della Commissione europea non ve ne sono. Appare tramontata del tutto l’ipotesi di Manfred Weber, candidato designato del PPE (Spitzenkandidat), diviso al proprio interno sul nome. C’è ancora chi cerca di sostenere il bavarese, ma due gruppi – socialisti e liberali – non sono disposti a votarlo in Parlamento.
I popolari ragionano al nome di Kolinda Grabar-Kitarović, presidente della Croazia. Donna, cristiano-democratica, proveniente da un Paese europeista, capace di mettere d’accordo anche I Paesi dell’Est. Le caratteristiche sembrano buone, ma non le competenze. “Servono persone che abbiano competenze, che abbiano credibilità”, dice il presidente francese Emmanuel Macron. “Sosterrò le figure più forti”.
Kolinda Grabar-Kitarović non sembra godere di buona fama, non ha, agli occhi di tutti i leader dell’UE, una personalità tale da imporsi e imporre. Tutto in alto mare, dunque. Per portare a casa la Commissione europea il PPE dovrà produrre un nuovo candidato. Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Sivlio Berlusconi, al suo arrivo al PPE per la riunione pre-summit. “L’incontro di oggi ha come obiettivo quello di produrre nomi in grado di attrarre consensi”. Servono alternative a Manfred Weber, che al momento non ve ne sono.
E’ la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a spegnere gli entusiasmi. “C’è la possibilità che non vi sia un risultato stanotte”. Segno che l’intesa è ancora tutta da costruire. “Ieri ero cautamente ottimista, oggi sono più cauto che ottimista”, ammette il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, al termine delle girandole di incontri bilaterali che hanno preceduto l’inizio dei lavori. Comunque oggi si farà notte, spiegano gli uomini di Tusk, perché c’è anche tanta altra carne al fuoco di questo Consiglio, come il bilancio pluriennale dell’Unione, e dunque “la cena dove si discuterà delle nomine inizierà relativamente tardi”.