Roma – Giuseppe Conte la lettera per la Commissione e i partner europei ce l’avrà in tasca ma non arriverà certo in tempo per le ultimissime trattative sulle nomine. La mattinata di Bruxelles sarà dedicata infatti a una serie di incontri bilaterali, più meno informali e cercare alleanze tra i paesi membri. Il nostro premier arriverà invece giusto in tempo per il Consiglio europeo. Per fare un solo esempio, Emmanuel Macron incontrerà prima i primi ministri della Spagna e del Portogallo Sanchez e Costa, poi i capi del governo belga, lussemburghese e olandese e infine Angela Merkel e Donald Tusk.
Nella lettera sono indicati i nuovi numeri concordati con i partner di governo Salvini, Di Maio e Tria, ieri mattina. Lo sforzo prevede un primo intervento a riduzione del deficit di due miliardi, frutto di un taglio di spese che sarà ufficiale fin dalle prossime settimane con un assestamento di bilancio, più altri 3,2 miliardi frutto di entrate aggiuntive (gettito fiscale e dividendi). In tutto Tria è riuscito a raschiare 5,2 miliardi per il 2019 che consentirebbero di trascinare in basso il deficit fino al 2,1, un pelo sopra le promesse del dicembre scorso. Per rispettare le richieste dell’UE servirebbero altri 6 miliardi per il 2020 ma intanto questi sacrifici potrebbero servire a rallentare la procedura.
Oltre alle previsioni del governo, migliori rispetto a quelle indicate dalla Commissione che “saranno confermate nelle sedi tecniche”, nella lettera trovano spazio quei contenuti ‘politici’ a cui Giuseppe Conte tiene molto, con la richiesta a un maggior equilibrio tra stabilità e crescita, in pratica una maggiore spinta alla flessibilità, in considerazione del ciclo economico e delle condizioni dei paesi membri. Il premier scrive poi che “non appare comprensibile esporre l’Italia, a distanza di pochi mesi dalla conclusione di un negoziato molto impegnativo al rischio di una nuova procedura di infrazione per violazione della regola del debito, sulla base di una discutibile valutazione della sua condizione ciclica da parte della Commissione”. Nelle sue valutazioni il presidente del Consiglio punta il dito anche sulla concorrenza sleale di alcuni paesi che per rispettare le regole e con “l’ossessione dei conti in ordine” vengono “spinti a praticare una concorrenza fiscale” che danneggia partner come l’Italia. Allo stesso modo critica i Paesi che si trovano costantemente in surplus commerciale (come la Germania) che istigano pratiche protezionistiche da parte dei più importanti partner extra UE.
Tornando alle nomine, l’Italia insisterà per ottenere un portafoglio economico di peso (“di prima linea” sono state le parole di Conte ieri in Parlamento) mentre per i vertici istituzionali non ci sono stati pronunciamenti ufficiali. L’unica indiscrezione riguarda la scelta del popolare Manfred Weber per la presidenza della Commissione (o di Strasburgo) per evitare che un tedesco possa aspirare alla presidenza della BCE in autunno al posto di Mario Draghi. In questo caso l’orientamento italiano potrebbe essere per la carta francese per cui sarebbe in corsa Michel Barnier.