Bruxelles – La Commissione europea fa sapere quali sono i risultati della sua analisi sui primi progetti di piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC), necessari per il raggiungimento degli obiettivi per un’Unione dell’energia dell’UE e per le ambizioni energetiche e climatiche poste da Horizon 2030. Il giudizio positivo da parte dell’istituzione “non esclude tuttavia margini di miglioramento” tiene a far sapere il Commissario per l’Azione climatica e l’energia, Miguel Arias Cañete.
L’Europa è dunque la prima grande economia a livello mondiale a fare un primo passo verso la produzione di un quadro giuridico chiaro sulle politiche climatiche ed energetiche in accordo con quanto affermato negli accordi di Parigi, con i singoli paesi membri dell’UE che per la prima volta hanno elaborato dei piani nazionali su queste materie.
L’obiettivo per ora è quello di abbassare i livelli di gas serra del 40%, migliorare l’efficienza energetica del 32,5% ed aumentare la percentuale di energia derivante da fonte rinnovabili al 32% entro il 2030, investendo circa il 25% in più dei fondi UE su clima ed energia nel prossimo budget pluriennale dell’Unione 2021-2027, (cosiddetta Agenda 2030). Tutte azioni che aiuteranno l’Europa nella sua transazione verso un’economia neutra sul piano climatico entro il 2050.
Tra gli sforzi in più richiesti dalla Commissione rientrano quello di “chiedere ad esempio maggiore ambizione, una descrizione più dettagliata delle politiche, maggiori precisazioni sui bisogni di investimento o maggiori sforzi sull’equità sociale” sottolinea il vicepresidente all’Unione energetica, Maroš Šefčovič, condizioni indispensabili, aggiunge il Commissario Cañete,”per mettere l’UE sulla buona strada verso la lotta al cambiamento climatico e la modernizzazione della nostra economia”.
Tuttavia, per arrivare a vedere queste condizioni soddisfatte, lo stesso Commissario ha tenuto ha dire come sia fondamentale eliminare in futuro il consumo di combustibili fossili dal nostro continente. Cañete ha infatti presentato una panoramica molto generale sui sussidi che ad oggi gli Stati membri in tutta Europa donano verso lo sviluppo di combustibili fossili, pari a circa 50 miliardi l’anno, evidenziando come “Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi entro il 2050, i combustibili fossili non hanno più spazio nella nostra economia”.