Bruxelles – Sono 123 gli ostacoli agli scambi e agli investimenti eliminati nei mercati di esportazione grazie alla risposta dell’Unione europea. Di conseguenza, dall’inizio del mandato dell’attuale esecutivo comunitario l’export è aumentato per un valore di oltre 6 miliardi di euro nel 2018. Lo afferma la trentasettesima relazione annuale della Commissione sulle attività antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia inerente alle esportazioni e sull’utilizzo degli strumenti di difesa commerciale da parte di paesi terzi nei confronti dell’UE.
La relazione conferma come ci sia un costante aumento degli ostacoli che le imprese europee incontrano in Paesi al di fuori dell’Unione, e che le barriere al commercio estero ammontano ad una cifra record di 425 misure attive in 59 paesi diversi,con un costo annuale di numerosi miliardi di euro per le aziende degli stati membri.
La Commissaria per il Commercio, Cecilia Malmström, riferisce che: “Mentre il protezionismo è in aumento, caratterizzato inoltre da un numero crescente di tensioni commerciali, l’UE deve rimanere vigile e continuare ad incentivare il commercio estero difendendo gli interessi delle proprie imprese sui mercati mondiali”. Malmström ribadisce come, a partire dal suo insediamento nel 2014 e grazie all’efficacia degli interventi comunitari, “moltissimi ostacoli che frenavano le opportunità di esportazione europea sono stati eliminati, portando vantaggi economici di valore resi possibile solamente grazie agli accordi commerciali dell’UE.”
“Tali tali sforzi devono certamente proseguire visto che lo scorso anno abbiamo eliminato ben 35 ostacoli agli scambi in 25 Paesi, dove le misure interessavano otto settori chiave per le esportazioni e gli investimenti dell’UE”, ha proseguito la commissaria svedese. Infatti le maggiori ripercussioni provengono dalle misure commerciali problematiche introdotte da Cina e Russia, che adottando rispettivamente 37 e 34 misure, sono posizionate ai primi posti nell’elenco, seguiti da Stati Uniti, India e Algeria. Queste misure riguardano circa l’80% delle spedizioni europee all’estero e si concentrano prevalentemente sui settori dell’acciaio, dell’alluminio e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Tuttavia tra gli impedimenti al commercio eliminati nel 2018 erano presenti le restrizioni cinesi alle importazioni di prodotti bovini e ovini; le misure antidumping illegali imposte dalla Russia sui veicoli commerciali leggeri; i dazi sui prodotti elettronici e i certificati veterinari obbligatori che limitavano le esportazioni di articoli di pelletteria in India; le restrizioni all’uso di additivi autorizzati nel vino e nelle bevande alcoliche in Giappone e l’etichettatura obbligatoria dei prodotti tessili in Egitto.
Per questo, la strategia adottata dalla Commissione europea nel 2015 e chiamata “Commercio per tutti” ha identificato come massima priorità l’esigenza di garantire il rispetto delle norme commerciali internazionali, eliminando le barriere agli scambi e attribuendo una maggiore attenzione all’attuazione degli accordi commerciali. Dunque “gli sforzi dell’Ue volti a far rispettare tali norme commerciali internazionali stanno dando risultati chiari e rappresentano i compiti essenziali della Commissione” conclude la Commissaria responsabile per il Commercio.