Roma – Diciamolo subito. l’Europa e l’Italia ne avrebbero fatto volentieri a meno. Stiamo parlando della “mosca orientale della frutta”. Già, perché per la prima volta questo parassita ha fatto la sua comparsa nel vecchio continente, approdando su due aree del nostro Belpaese: in Campania, in aziende di Palma Campania (Na) e Nocera Inferiore (Sa).
E’ appunto la prima segnalazione in Italia e in Europa di questo parassita originario delle zone tropicali del sud-est asiatico, che danneggia gravemente le colture ortofrutticole.
E’ una specie con un ciclo di riproduzione molto veloce. E’ altamente polifaga e può attaccare oltre 400 specie di piante, sia fruttifere, che orticole. Le fruttifere fortemente interessate sono melo, pero, pesco, albicocco, fico, susino. Tra le orticole, invece, si teme per il pomodoro.
Di solito sono i frutti maturi quelli preferiti dalla mosca orientale della frutta per la deposizione delle uova. Tuttavia, alle volte, anche quelli immaturi possono essere attaccati.
Il danno al frutto è dato proprio da questa attività, nonché dallo sviluppo all’interno del frutto della larva, che sviluppandosi fino ad emergere, danneggia il frutto, che diventa inservibile, cade dall’albero e spesso marcisce. Altra particolare caratteristica della mosca orientale della frutta, probabilmente rafforzatasi nel tempo, è la sua notevole resistenza ai pesticidi chimici.
In Italia il ministro delle politiche agricole, Gian Marco Centinaio, rassicura i produttori campani: tutto monitorato, tutto sotto controllo, dice rispondendo alle preoccupazioni espresse in un’interrogazione del deputato di Forza Italia Paolo Russo. Proprio a seguito dell’individuazione degli adulti della mosca della frutta, la Campania ha eseguito rilievi anche nei campi limitrofi a quelli contaminati e “dagli oltre 3.300 campionamenti sia su pianta che a terra, non è stata riscontrata la presenza di sintomi né di esemplari di riconducibili a bactrocera dorsalis” (nome scientifico della mosca orientale della frutta, ndr). E comunque – puntualizza il ministro – in considerazione dell’elevato rischio che tale organismo rappresenta, il comitato nazionale fitosanitario ha tempestivamente istituito un gruppo di lavoro con esperti e ricercatori. Non solo: a febbraio è stato approvato un piano di sorveglianza nazionale che include un piano d’emergenza in caso di ulteriori ritrovamenti.
L’Unione europea è stata comunque messa al corrente di quanto messo in campo in Campania. I piani d’intervento predisposti – puntualizza ancora il nostro ministro – sono stati trasmessi alla Commissione europea.
Come può essere arrivata nel vecchio continente la mosca della frutta? Probabilmente – secondo l’ufficio centrale fitosanitario della Campania – in seguito all’ingresso di frutta infestata non regolamentata proveniente da Paesi terzi o attraverso frutta per consumo personale contenuta nei bagagli dei passeggeri provenienti dall’estero.