Bruxelles – Dall’inizio del 2019 sino al periodo delle appena trascorse elezioni europee di maggio le campagne di disinformazione russe sono state 998, più del doppio rispetto alle 434 registrate nello stesso periodo dello scorso anno. Lo scopo degli attacchi è stato per lo più quello di limitare l’affluenza alle urne e influenzare le preferenze degli elettori.
“I russi – dunque – continuano ad essere coinvolti nelle campagne di disinformazione in corso in Europa”, afferma la Commissaria per la Giustizia e la tutela dei consumatori, Vera Jourova, mentre presenta il nuovo rapporto sull’attuazione del piano d’azione contro la disinformazione, che descrive la situazione nell’UE per quanto riguarda questo problema da molti ritenuto estremamente pericoloso.
Dal documento si nota come gli argomenti più presi di mira da queste operazioni siano stati soprattutto quello della legittimità democratica dell’Unione europea o questioni come la migrazione e la sovranità, confermando in questo modo quanto l’Europa abbia ancora da temere nei confronti di queste minacce cosiddette ibride. Il pericolo risiede nella possibilità di minare quella che è la tradizione democratica europea attraverso tattiche che stanno evolvendo verso attacchi sempre più specifici e focalizzati su obiettivi ben definiti. La strategia russa sembrerebbe infatti progredire da quello che era un approccio su larga scala verso le varie piattaforme digitali, ad infiltrazioni più mirate e difficili da rilevare.
Durante la presentazione del rapporto, il commissario per l’Unione della sicurezza, Julian King, ha presentato alcuni esempi specifici di campagne di disinformazione portate avanti dai russi. La prima tramite delle fake news proposte dal giornale filo russo Sputnik, che ha dipinto la Polonia come una nazione divenuta più povera rispetto a quando si trovava sotto il regime comunista; oppure di come tramite alcuni account fasulli su Twitch e alcuni gruppi su Facebook, Mosca stesse provando a diffondere la notizia di un vecchio rapporto del 2016 che raccontava di come l’Unione europea avesse delle origini naziste.
Entrambi i commissari hanno fatto presente come l’Unione europea non smetterà di osservare e difendere i cittadini dal pericolo di essere influenzati da attori malevoli, con il commissario King che ha sottolineato come “abbassare la guardia sia fuori questione”.