Bruxelles – Il neo formato gruppo politico a stampo sovranista, Identità e Democrazia (ID), guidato dal leghista Marco Zanni rivendica la “giusta attenzione” a livello istituzionale. È lo stesso presidente ad affermare in una conferenza stampa a Bruxelles che “ostracizzare certe forze solo perché hanno un’idea diversa non è una buona idea che fa bene all’Europa”, specificando come “coinvolgendo tutti, anche chi ha un’opinione differente, si possa rendere un beneficio al funzionamento delle istituzioni europee”. Il problema però rimangono i seggi ottenuti.
Nonostante anche Marine Le Pen, giocando sui numeri ottenuti nelle elezioni parlamentari, non si sia esonerata dal fare pressione verso gli altri partiti politici dicendo che “l’Unione europea fa finta di pensare che nulla sia cambiato” e che “pare quindi non abbia ascoltato i cittadini che si sono recati alle urne”, per la leader del partito Raggruppamento Nazionale, il Parlamento europeo “dovrebbe offrire all’ID le cariche che gli spettano”, se non vogliono ignorare i loro elettori. Tuttavia, i 73 seggi ottenuti da Identità e Democrazia non sono sufficienti a permettere al gruppo di alzare troppo la voce, nonostante la politica francese definisca, erroneamente, l’ID come la “quarta forza” parlamentare prima dei Verdi,, ma non è così, perché i Verdi, quarto gruppo, hanno 75 deputati, mentre i sovranisti 73.
Ciò su cui puntano dall’ID è dunque richiedere che gli vengano assegnate delle cariche istituzionali di alto livello (e, nello specifico, cariche parlamentari) esigendo o sperando che dalle altre forze politiche che venga “rispettato il principio democratico”, come sostenuto da Zanni, che ha poi ribadito quanto la stessa Lega “sia stata il Partito più votato in Europa” in senso assoluto. Sempre il presidente ha sottolineato che “avere numeri inferiori non vuol dire che, dentro un Parlamento molto frammentato, noi non possiamo dire la nostra”. Insomma, da auto-promessi padroni dell’Europa dopo le elezioni, visto l’insuccesso elettorale i sovranisti stanno ora cercando una strada per avere qualche poltrona di rilievo.
Ad ora dunque, l’unica via rimasta all’ID per far sì che gli vengano concessi i posti da loro domandati risiede nella possibilità di ingrandimento del gruppo stesso. Proprio in questa ottica, tutti i membri presenti in sala si sono mostrati aperti all’ingresso di altri gruppi al loro interno, ma solo se disposti a “condividere i loro stessi obiettivi politici” ha detto Zanni.