dall’inviato
Lussemburgo – Dopo l’Eurogruppo arriva il monito del Fondo monetario internazionale (FMI): l’Italia è elemento di preoccupazione per la stabilità finanziaria dell’area euro. A Lussemburgo la direttrice del Fondo, la francese Christine Lagarde, ha presentato ai ministri economici dei Paesi UE con la moneta unica il rapporto annuale del FMI sulla zona euro. E’ in questo contesto che l’organismo internazionale ha presentato le osservazioni utili, a giudizio dell’organizzazione di Washington, a risolvere le criticità di un sistema sulla cui ripresa cui pesano almeno tre incognite.
L’eurozona “potrebbe deragliare” per via delle tensioni commerciali, e le incertezze legate alla Brexit perché, spiega Lagarde, “il rischio di un mancato accordo di ritiro rimane elevato e non tutti i settori sono pronti a un no-deal”. A questo si aggiunge un terzo rischio, quello legato al “fallimento dei Paesi con debito elevato nel ricostruire cuscinetti di bilancio e nell’attuare le riforme strutturali, che li rende più vulnerabili ai cambiamenti nel clima di mercato e alla prossima recessione”.
E’ in questo passo del documento messo a punto dal Fmi che ricade l’Italia. Lagarde cerca di evitare di menzionare il Paese. Inizia con il ricordare che “gli Stati con alto debito si collocano nella parte meridionale dell’Europa”, quindi ricorda che generalmente “si considera l’area euro nel suo complesso e non nello specifico”. Però il messaggio che arriva dal Fondo monetario è uguale a quello prodotto dalla Commissione europea e dall’Eurogruppo. “I Paesi fortemente indebitati non hanno risanato i conti pubblici, e in alcuni casi hanno addirittura allentato la dottrina di bilancio”.
Alla quarta domanda sull’Italia Lagarda rompe il muro della diplomazia e risponde nel merito. E’ quando chiedono l’opinione sul progetto di minibond a cui si lavora in Italia. “E’ uno strumento finanziario bizzarro”, il primo commento della francese. A prescindere dalla natura legale, “dal nostro punto di vista è uno strumento di debito”. La stessa cosa detta dal presidente della Bce, Mario Draghi, la settimana scorsa.
Dopo la bocciatura di Francoforte arriva dunque quella di Washington. “Riteniamo che ci siano altri modi per risolvere i problemi del debito. I bond italiani possono fare il lavoro”. Oppure, continua la direttrice del Fondo, attraverso rispetto delle regole e riforme. “I Paesi con alto debito hanno strumenti e politiche per gestire il problema” dell’elevato indebitamento. Basta avere “il coraggio politico di fare le riforme strutturali che libererebbero il genio italiano”.