Bruxelles – L’Italia ha fatto molto. L’opera di risanamento non è ancora finita, ma il sistema bancario italiano è molto più in salute di com’era appena tre anni fa. Il quarto rapporto della Commissione europea sui crediti deteriorati (NPLs, in inglese) mostra il buon lavoro svolto dalle autorità italiane. La mole dei prestiti che gli istituti di credito fanno fatica a farsi restituire è diminuito sensibilmente, e ora rappresenta il 9,5% di tutti i prestiti concessi dalle banche.
Anche se l’Italia rimane il quarto Paese dell’area euro per quota di crediti deteriorati, è la prima volta che l’ammontare dei prestiti in sofferenza scende a un volume percentuale a una cifra. Nell’ultimo anno, tra il terzo trimestre 2017 e il terzo trimestre 2018, la quota si è ridotta di un quinto, passando dal 12,1% all’attuale 9,5%.
Il lavoro congiunto di Commissione europea e Stati membri, rileva il documento prodotto dall’esecutivo comunitario, fin qui “ha consentito transazioni che hanno rimosso circa 112 miliardi euro di crediti deteriorati lordi dai bilanci delle banche negli ultimi tre anni (compresi circa 82 miliardi di euro in Italia, circa 24 miliardi di euro in Portogallo, circa 6 miliardi di euro a Cipro)”.
Lo Stivale viene dunque citato come esempio virtuoso di sforzi di risanamento del sistema bancario. “Affrontare la questione degli NPLs è una delle aree chiave per ridurre il rischio nel settore bancario europeo”, scrive la Commissione europea. Dunque l’Italia sta lavorando bene. “Sebbene gli stock di crediti deteriorati rimangano alti in alcuni Stati membri, è opportuno sottolineare che sono stati compiuti progressi nell’affrontarli”. Per la Commissione è dunque “fondamentale” che tutte le parti interessate continuino con quanto fatto finora.