Bruxelles – Pedoni, ciclisti e motociclisti rappresentano il 70% di coloro che perdono la vita o che restano gravemente feriti sulle strade urbane. Secondo i dati rivelati da uno studio condotto dal European Transport Safety Council (Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti), ente no profit dedito alla riduzione del numero di morti e feriti nel settore dei trasporti in Europa, coloro uccisi nel traffico urbano sono 40% pedoni, 18% motociclisti e 12 % ciclisti, mentre i feriti gravi si attestano rispettivamente al 25%, al 22% e al 23%.
Tuttavia i decessi sulle strade urbane sono diminuiti di circa la metà rispetto ai decessi sulle strade rurali nel periodo 2010-2017. In questo periodo temporale gli utenti della strada deceduti su tratti urbani sono diminuiti, in media, del 2,2% all’anno, rispetto al 3,9% di quelli rurali, con una differenza media di 1,7 punti percentuali, dove in termini di progressi recenti, la Lettonia, la Grecia, il Portogallo e la Polonia sono i paesi dell’UE che hanno compiuto la maggiore riduzione dei decessi sulle strade urbane. Inoltre il rapporto ha rilevato notevoli differenze nell’applicazione del livello di sicurezza negli altri Stati Membri dell’Unione.
Il tasso di mortalità più elevato sulle strade urbane si è registrato in Romania, dove ogni anno circa 105 persone ogni milione di abitanti hanno perso la vita, ovvero quattro volte superiore alla media europea. In altri Paesi UE invece il tasso è notevolmente più basso e il numero di persone che sono decedute nel traffico urbano è decisamente ridotto, attestato a nove in Svezia, undici nel Regno Unito, tredici nei Paesi Bassi e quattordici in Irlanda e Spagna.
Nei Paesi che monitorano i livelli di conformità della velocità sui tratti urbani a livello nazionale, tra il 35% e il 75% dei veicoli osservati viaggiano ad una velocità superiore al limite consentito dei 50km/h. “Finché le persone non si sentono sicure a piedi e in bicicletta nelle nostre città, molti saranno scoraggiati dall’utilizzare i mezzi di trasporto più sostenibili” afferma Dovilė Adminaitė-Fodor, autore dello studio del European Transport Safety Council, commentando come “ciò può creare un circolo vizioso perché le persone che prendono l’auto mettono a maggior rischio tutti gli utenti vulnerabili della strada intorno a loro”.
Per questo la sicurezza stradale deve essere una priorità fondamentale per l’UE e per gli Stati Membri nel prossimo decennio, dove lo spazio limitato nelle aree urbane dovrebbe essere utilizzato in modo intelligente ed efficace per consentire una maggiore mobilità senza mettere in pericolo la vita delle persone. Una delle sfide principali è quella di far rispettare l’applicazione dei limiti di velocità, e l’adozione di scooter elettrici e di altre innovative forme di mobilità urbana potrebbero anche richiedere adeguamenti della sicurezza stradale e nuove normative nazionali necessarie per una maggiore mobilità ciclabile.