Bruxelles – Ogni anno in Europa si calcolano perdite per 56 miliardi di euro causate dalla contraffazione, specialmente nei settori dell’abbigliamento ed in quello farmaceutico, con l’Italia che fa registrare danni pari a 10,5 miliardi. Circa un quinto del totale europeo.Lo studio condotto dall’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) mostra le perdite annue in un periodo di 5 anni che va dal 2012 al 2016, in undici settori di interesse. Questi sono: cosmetici e igiene personale; abbigliamento, calzature e accessori; articoli sportivi; giocattoli e giochi; gioielleria e orologi; borse e valigie; musica registrata; alcolici e vini; prodotti farmaceutici; pesticidi e smartphone.
Le cifre rappresentano circa il 7,4% di tutte le vendite nei settori presi in considerazione nell’UE ed il 10,1% in Italia, con perdite per i singoli cittadini europei di circa 110 euro l’anno. Numeri che salgono a 174 euro nel caso dei cittadini italiani, con connesse ricadute sui posti di lavoro. L’Italia, a causa della mancata produzioni di questi articoli, ha dovuto rinunciare a più di 76mila posti di lavoro (467mila nell’Unione europea).
In particolare il settore dell’abbigliamento perde vendite per circa 28,4 miliardi di euro ogni anno in Europa (9,7% del totale) di cui 6,4 solo nello Stivale (13,7% delle vendite), seguito a ruota da quello farmaceutico con 9,5 miliardi di euro persi nell’UE (1,3 in Italia).
Una situazione penalizzante, che mostra quanto lavoro ci sia ancora da fare per migliorare la situazione lavorativa e industriale in Europa, e specialmente in Italia, con il direttore esecutivo dell’EUIPO, Christian Archambeau, che afferma come “l’Europa dipenda da settori industriali come questi per la crescita e la creazione di posti di lavoro”. E continua descrivendo l’utilità di avere studi come questi, necessari “a sostenere i responsabili politici nell’elaborazione di soluzioni a questo problema” oltre che “a sensibilizzare i consumatori dell’UE alle conseguenze economiche della contraffazione e della pirateria a un livello più ampio”.