Roma – Dateci la forza per andare in Europa e cambiarla. È stata questa la principale leva della campagna elettorale di Matteo Salvini. Un invito al voto che valeva per i due temi più cari al Carroccio, le regole dell’economia decise dall’UE, e le politiche dell’immigrazione. Lasciando stare la questione del Parlamento dove il capo della Lega non andrà perché si è candidato per trainare voti e consentire ad altri 5 di conquistare quel seggio, sembra che in Europa continui a non metter piede neppure da Ministro.
Ieri e oggi a Lussemburgo il Consiglio dei ministri dell’Interno dell’UE, era convocata una nuova sessione, con un’agenda fitta di temi importanti come la riforma della direttiva sui rimpatri, i programmi della prossima legislatura su migranti e asilo oltre a una verifica delle misure antiterrorismo.
Il ministro italiano Matteo Salvini è però assente, così come nei precedenti 5 Consigli convocati da dicembre fino a oggi, e ha delegato ancora una volta il sottosegretario Nicola Molteni. La posizione adottata oggi (che andrà negoziata con il parlamento) prevede nuove norme più chiare e rapide per le decisioni di rimpatrio, anche quelle volontarie, e i principi di non respingimento nel rispetto dei diritti fondamentali dei migranti. La bozza della nuova direttiva indica la possibilità di trattare accordi di rimpatrio con paesi terzi a condizione che rispettino pienamente i diritti umani e che abbiano ottenuto il consenso dello Stato confinante per evitare flussi di movimenti secondari. Decisioni importanti sulle quali non è noto come l’Italia abbia dato il suo contributo.
Ma il capo della Lega oggi aveva altri impegni: due comizi elettorali nel milanese, uno a Bergamo, un altro a Biella e una intervista da Barbara d’Urso su Mediaset.Tutte occasioni in cui ha lanciato le consuete accuse contro un’Europa che non fa nulla per l’Italia e che non tiene il nostro Paese nella giusta considerazione. “A Bruxelles sono un po’ preoccupati perché per la prima volta nella storia in Italia non c’è un governo che andrà lì con il cappello in mano, ma andrà a difendere i nostri interessi”, ha detto a Romano di Lombardia. Intanto, speriamo che questo governo qualche volta ci vada, anche se è stato lo stesso Salvini, sempre oggi e sempre dall’Italia, a evocare persino la necessità di un ministro degli affari Europei, che l’esecutivo di cui è principale azionista tiene vacante dalla nomina di Paolo Savona alla CONSOB.
“È davvero sconcertante l’impudenza con cui questo sistematico assenteismo viene praticato”, attacca l’eurodeputato del PD Roberto Gualtieri che accusa il ministro dell’Interno di latitare proprio sui temi che “hanno costituito il suo principale argomento propagandistico e della retorica difesa degli interessi nazionali in Europa”. Istituzione che bisognerebbe prima di tutto frequentare, per farsi sentire, contare e non restare isolati.